Il 28 giugno è stata approvata la Legge 90, ovvero le “Disposizioni per il rafforzamento di cybersicurezza nazionale e reati informatici” ed entrata in vigore il 17 luglio. La nuova normativa sicurezza informatica rappresenta un passo importante nella lotta al cybercrimine grazie alle misure introdotte per contrastare i reati commessi attraverso la rete internet.

Legge Cybersicurezza: cosa cambia

La nuova legge prevede delle misure più stringenti per il contrasto ai reati informatici. Con le modifiche introdotte al Codice penale sono state inasprite in maniera sostanziale le pene in relazione ad alcuni reati:

  • accesso abusivo a un sistema informatico o telematico;
  • detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature, codici e altri mezzi atti all’accesso a sistemi informatici o telematici;
  • detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature e di altri mezzi atti a intercettare, impedire o interrompere comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche;
  • intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche;
  • detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature e di altri mezzi atti a intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche;
  • falsificazione, alterazione o soppressione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche. 

Misure specifiche sono state introdotte per le pubbliche amministrazioni. Queste sono obbligate a segnalare tempestivamente gli incidenti informatici (24 ore per la prima segnalazione e 72 ore per la notifica completa), individuare una struttura dedicata alla cybersicurezza, ed istituire la figura del referente unico per la cybersicurezza da comunicare all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.

Reati informatici in aumento: i numeri

I crimini informatici continuano a crescere in modo esponenziale, rappresentando una delle minacce più significative per le aziende, le istituzioni e i cittadini. Questo aumento è legato a diversi fattori come l’evoluzione tecnologica e l’aumento della dipendenza dalle infrastrutture digitali. Le violazioni dei dati, gli attacchi ransomware e le truffe online sono tra i crimini informatici più diffusi, colpendo sia grandi organizzazioni che piccoli imprenditori.

Secondo i dati forniti dal report della Polizia postale, lo scorso anno sono stati rilevati circa 9.433 reati contro la persona. Il rapporto Clusit, invece, sottolinea come l’Italia rappresenti un bersaglio particolarmente facile per i cyber criminali, dal momento che ha ricevuto ben l’11% degli attacchi rilevati a livello globale nel 2023 (contro un 3,4% del 2021 e un 7,6% del 2022).

Sicurezza informatica nelle aziende

Considerati i numeri in costante aumento e i rischi connessi all’esposizione di attacchi cibernetici, per le aziende diventa fondamentale adottare delle misure preventive.

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La sicurezza informatica è una priorità per ogni azienda, indipendentemente dal settore in cui opera. Le minacce informatiche sono costanti e sempre più sofisticate: il rischio di violazioni e perdite di dati e informazioni è molto alto. Per tale motivo, ogni azienda deve adottare misure per proteggere le proprie risorse digitali e garantire la continuità operativa.

Il responsabile sicurezza informatica è una figura essenziale per l’impresa moderna: è a lui che l’azienda affida l’incarico di stabilire delle strategie di difesa per la salvaguardia cibernetica. 

In questo articolo vedremo quali sono i suoi compiti, le funzioni che svolge e come deve interagire con le altre figure ed aree aziendali.

Esperto cybersecurity: il suo ruolo all’interno dell’azienda

Il responsabile della sicurezza informatica è incaricato di sviluppare, implementare e controllare le strategie di sicurezza aziendali. Essendo un ruolo di alta responsabilità, il professionista deve avere competenze elevate in materia di ingegneria e sicurezza informatica (preferibilmente anche in diritto informatico).

Le sue funzioni includono l’analisi delle vulnerabilità e dei punti di debolezza, la gestione delle politiche di sicurezza, e la risposta agli incidenti, intervenendo tempestivamente per mitigare i rischi.

Per far sì che le strategie di difesa funzionino appieno, è necessario che l’esperto di cybersecurity collabori attivamente con le varie aree e dipartimenti dell’azienda. Questo ruolo richiede una continua formazione e un aggiornamento regolare sulle ultime minacce e tecnologie di difesa, oltre a una forte capacità di comunicazione per educare il personale e sviluppare una cultura della sicurezza informatica.

Le politiche aziendali di sicurezza informatica

Il responsabile della sicurezza informatica ha il compito di definire e implementare linee guida che regolano l’accesso ai dati, l’utilizzo delle risorse tecnologiche e la gestione delle informazioni sensibili.

Queste linee guida devono essere precise e dettagliate, per garantire che ogni dipendente sappia esattamente come comportarsi per proteggere l’integrità dei sistemi aziendali. 

Inoltre, il responsabile deve monitorare continuamente l’uso delle risorse IT, garantendo che vengano utilizzate in modo conforme alle politiche aziendali.

 

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Sviluppare delle strategie di cyber security aziendale è necessario per qualsiasi impresa per far fronte alle minacce informatiche che possono mettere a rischio le attività aziendali. 

Nell’era digitale attuale, ogni azienda deve considerare la possibilità di essere vittima di cyber attacchi, che sono in costante aumento e sempre più sofisticati. Questi attacchi possono interrompere la continuità operativa, danneggiare la reputazione dell’azienda e portare alla violazione e al furto di informazioni preziose. Pertanto, implementare misure di sicurezza efficaci non è solo una precauzione, ma una necessità.

In questo articolo vedremo come mettere a punto una strategia di protezione per le aziende. 

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Vulnerabilità sicurezza informatica: la valutazione

Il primo passo è quello di valutare la vulnerabilità del proprio sistema. Un’analisi profonda permette di identificare le aree a rischio ed i punti di debolezza dei sistemi informatici aziendali.

Questo tipo di valutazione consiste in test di penetrazione, scansioni di rete, analisi del codice sorgente e altre operazioni correlate. Oltre all’analisi della situazione corrente bisogna analizzare le probabilità di subire un attacco e il potenziale impatto che ne deriverebbe.

Cyber security aziendale: le soluzioni di sicurezza

Identificate le aree di rischio, vanno implementate le soluzioni di sicurezza idonee per la protezione aziendale. Oltre ai metodi tradizionali come antivirus per neutralizzare i malware e firewall per monitorare il traffico di rete, si possono sfruttare tecnologie più avanzate. 

L’integrazione del machine learning e dell’intelligenza artificiale (AI) consente di garantire una protezione automatizzata più efficace. Queste tecnologie possono analizzare grandi volumi di dati in tempo reale, identificando comportamenti anomali e potenziali minacce prima che possano causare danni (per approfondire il rapporto tra sicurezza e intelligenza artificiale leggi qui il focus).

Gestione rischi informatici: la mitigazione dei danni

Talvolta, sebbene siano state adottate delle misure preventive per la cyber security aziendale, si possono verificare degli incidenti: in tal caso non bisogna farsi trovare impreparati. Avere una procedura prestabilita permette di minimizzare i danni e di poter ripristinare in modo rapido l’attività aziendale.

Per mitigare i danni è consigliato:

  • formare i dipendenti educandoli su come riconoscere i cyber attacchi e come porre rimedio;
  • assegnare compiti, ruoli e responsabilità specifiche all’interno del personale;
  • simulare attacchi ed effettuare esercitazioni;
  • utilizzare strumenti di monitoraggio in tempo reale;
  • attuare misure di contenimento prestabilite;
  • condurre delle analisi successive al verificarsi di un cyber attacco per identificare cause e risposte.

 

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L’impatto dell’intelligenza artificiale è stato significativo in tutti i settori, e quello della sicurezza aziendale non fa eccezione, soprattutto grazie alle opportunità che l’AI offre per la protezione dei dati. L’intelligenza artificiale consente di affrontare in modo efficace le minacce informatiche più moderne e pericolose. 

Attraverso l’analisi in tempo reale di grandi volumi di dati e l’apprendimento automatico, l’AI migliora costantemente le sue capacità di rilevamento e risposta alle minacce.

Il legame che oggi si sta instaurando tra intelligenza artificiale e sicurezza aziendale sembra essere diventato indissolubile, poiché le soluzioni basate su AI offrono un livello di protezione che le tecnologie tradizionali non possono eguagliare.

L’integrazione dell’AI nella sicurezza aziendale non solo migliora l’efficacia delle difese, ma permette anche una gestione proattiva delle vulnerabilità e una risposta rapida agli incidenti, garantendo così una protezione più robusta e affidabile.

In questo articolo vedremo quale impatto sta avendo l’a.i. nelle strategie di sicurezza aziendale, come utilizzarla per apportare dei migliorativi e quali sono le sue principali applicazioni nel settore.

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Sicurezza informatica in azienda: l’ausilio dell’intelligenza artificiale

Di norma, la sicurezza informatica delle aziende utilizza dei sistemi di difesa tradizionali come antivirus e firewall: fino a qualche anno fa questa protezione era soddisfacente, ora è comunemente ritenuta blanda, incompleta e spesso inefficace a confronto delle crescenti minacce cibernetiche. 

Come l’intelligenza artificiale aiuta le aziende a difendersi? L’a.i. è uno strumento fondamentale per la prevenzione e l’analisi. Grazie ad essa, infatti, si possono monitorare con regolarità e relativa semplicità dati e informazioni in grandi volumi e identificare eventuali anomalie.

Dunque, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale le aziende non solo possono rispondere tempestivamente ai pericoli informatici ma possono anche prevenire i potenziali attacchi.

Applicazioni intelligenza artificiale per la sicurezza

Oltre al monitoraggio in tempo reale, l’intelligenza artificiale consente di automatizzare tutte le attività relative alla sicurezza migliorando nel complesso tutti i meccanismi di difesa delle aziende. 

Alcuni esempi di applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale per la sicurezza informatica in azienda:

  • rilevazione minacce e anomalie;
  • prevenzioni di frodi;
  • filtraggio e protezione delle email;
  • gestione di accessi e autorizzazioni:
  • risposta automatizzata alle minacce;
  • analisi predittiva.

Rischi intelligenza artificiale in ambito aziendale

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella sicurezza aziendale comporta alcuni rischi. Uno di questi è la possibile trascuratezza dei sistemi di difesa tradizionali, con il rischio di affidarsi esclusivamente agli strumenti di ultima generazione. È essenziale trovare un equilibrio tra le due approcci per garantire una protezione completa e resiliente. Altri rischi riguardano la privacy dei dati, il trattamento responsabile e la conservazione di dati sensibili. È importante implementare politiche e procedure robuste per gestire tali rischi e proteggere l’integrità dei dati aziendali.

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Al fine di prevenire ed evitare possibili rischi che si possono verificare in azienda bisogna prevedere delle procedure specifiche che permettano di identificare, esaminare e gestire tali rischi. Questa procedura viene denominata Risk assessmentIl processo di valutazione del rischio aziendale è fondamentale per le moderne imprese.

In questo articolo vedremo come si sviluppa il processo, quali sono le fasi operative, quali sono i professionisti coinvolti in questa attività strategica e quali vantaggi comporta per le aziende. 

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Fasi del Risk assessment

I rischi e i pericoli che possono minacciare un’azienda sono di diversa natura e possono causare danni nell’immediato e/o in un periodo più dilatato nel tempo. Per fare degli esempi: si possono verificare degli impedimenti economici, legali o operativi, possono cambiare le normative del settore, eccetera.

Il processo si può dividere in 3 fasi principali: 

  • l’analisi del contesto aziendale: in questa prima fase si esaminano le aree e gli ambiti in cui possono verificarsi rischi e successivamente danni;
  • individuazione dei rischi potenziali: analizzate le aree si cerca, attraverso un’analisi predittiva, di individuare la natura dei rischi, chi possono colpire e in quale modalità;
  • valutazione qualitativa e quantitativa dei rischi: in questa fase vengono esaminati i rischi specifici e viene valutata l’esposizione dell’azienda a tali rischi.

Valutazione del rischio aziendale: chi se ne occupa

Il processo di risk assessment prevede la partecipazione di diversi professionisti con differenti competenze e responsabilità: il manager aziendale supervisiona le operazioni; gli esperti di sicurezza e compliance individuano e valutano i rischi; consulenti di settori specifici (area legale. cybersecurity, finanziaria). Ci sono anche figure specifiche specializzate in questo campo: il Risk Manager e il Chief Risk Officer sono i professionisti qualificati per effettuare tutte le operazioni che rientrano nella valutazione del rischio aziendale.

Risk Assessment: vantaggi per le aziende

Questa operazione strategica comporta diversi benefici alle aziende che la adottano. In primis permette di capire quali sono le aree dell’azienda da difendere. In secondo luogo, consente di facilitare le attività correlate di risk management.

Infine, con l’identificazione dei rischi potenziali, permette alle aziende di evitare danni e inconvenienti.

Il Risk assessment rientra tra le operazioni di tutela patrimonio aziendale. Se vuoi affidarti a dei professionisti del settore per prevenire possibili rischi per la tua azienda, allora puoi affidarti a Giuliano Group. Contattaci per avere una consulenza.

Ogni azienda ha la necessità di gestire e proteggere i propri beni materiali e immateriali. Dunque, è essenziale prevedere delle strategie per la tutela patrimonio aziendale. 

Ma cosa rientra nel patrimonio di un’azienda? Sia i beni fisici come locali, immobili, attrezzature, merci sia beni non fisici come i marchi, i brevetti, i diritti di autore o il capitale umano. Gli asset di un’azienda ne determinano anche il valore. 

Per salvaguardare il patrimonio aziendale si possono mettere in atto diverse strategie. 

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Protezione fisica per tutelare patrimonio

Uno dei pericoli maggiori per un’azienda è rappresentato da furti e danneggiamenti. In alcuni casi possono determinare, oltre alla perdita economica, anche la cessazione (momentanea o definitiva) della continuità operativa dell’azienda. 

Per evitare di trovarsi in tali spiacevoli situazioni, si può ricorrere a diverse soluzioni per la sicurezza aziendale, ad esempio: 

Oltre alla protezione fisica è necessario garantire anche quella digitale per proteggere i dati aziendali. In tal senso è consigliabile definire un piano per la cybersicurezza.

Come tutelare patrimonio dell’azienda: protezione legale

Per la tutela legale azienda si può provvedere a stipulare delle polizze assicurative. Tali polizze consentono di difendere gli interessi aziendali qualora si verificassero delle controversie di natura legale. 

L’azione legale è, in genere, risolutiva anche se ci sono da mettere in conto tempistiche e costi.

Risk management

Gestire i rischi vuol dire avere la capacità ed una strategia per affrontare determinate problematiche in cui si può incappare nell’ambito dell’attività operativa.

Un’azienda può prevedere la possibilità di condurre delle analisi dei potenziali fattori di rischio interni ed esterni e predisporre delle misure di prevenzione e di mitigazione.

Il risk management è un’operazione che deve essere continuata nel tempo: periodicamente bisogna aggiornare strategie e procedure. 

Protezione del patrimonio aziendale: a chi rivolgersi?

Per la tutela patrimonio aziendale è necessario affidarsi a dei professionisti. Giuliano Group, con la sua esperienza quarantennale, è in grado di offrire le migliori soluzioni per le tue esigenze: contattaci per ricevere una consulenza.

La possibilità di subire un attacco informatico è molto elevato: sviluppare una cultura sicurezza informatica all’interno dell’azienda diventa fondamentale per prevenire o quantomeno ridurre i danni derivanti da eventuali attacchi hacker. Innanzitutto, per un’azienda è importante prevedere una strategia generale di cybersicurezza; in secondo luogo può essere molto utile formare i propri dipendenti e renderli consapevoli dei rischi potenziali che si corrono quotidianamente utilizzando software e dispositivi informatici.

Come si può promuovere una cultura sicurezza informatica all’interno dell’azienda? Ecco tre indicazioni utili in tale ottica.

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Security culture, formazione dei dipendenti

Aumentare la conoscenza e la competenza del proprio personale nell’ambito della sicurezza rappresenta un valore aggiunto per tutta l’azienda. Si tratta di un investimento economico lungimirante che può prevenire costi molto più ingenti. In tal senso si possono organizzare dei corsi intensivi con esperti del settore; si possono anche simulare degli attacchi per dimostrare praticamente le metodologie di reazione più opportune.

È necessario che la formazione sia continua: le strategie di attacco da parte degli hacker sono sempre più evolute, di conseguenza occorrono risposte adeguate e aggiornate ai rischi correnti.

Sicurezza aziendale informatica: implementare le procedure di sicurezza

Una volta aumentata la percezione dei rischi e la consapevolezza complessiva, si può procedere con una implementazione delle procedure di sicurezza. Una buona prassi per le aziende è quella di stabilire delle regole e degli standard a cui devono adeguarsi tutti i dipendenti in ragione di salvaguardare dati e informazioni aziendali. Una policy interna è un must have per le aziende.

Tra le procedure di sicurezza più importanti rientrano il controllo e la gestione degli accessi dall’interno dell’azienda e dall’esterno, la gestione degli account aziendali, le strategie di backup e disaster recovery.

La sicurezza informatica in azienda: strumentazioni e risorse adeguate

È dovere delle aziende mettere i dipendenti in condizione di applicare tutte le direttive in tema securitario. Questo si traduce con la messa a disposizione di dispositivi tecnologici e di strumenti per la protezione dei dati come software anti virus e anti malware, firewall, soluzioni di crittografia. I software e i sistemi operativi devono essere, inoltre, sempre aggiornati.

Se vuoi essere sicuro di mantenere al sicuro i dati puoi rivolgerti a un team di professionisti in grado di seguire l’evoluzione del tuo piano di protezione dei dati.

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo disegno di legge sulla Cybersicurezza, cioè un pacchetto di misure introdotte per contrastare i crimini informatici.

Il crescente fenomeno della criminalità sul web e le nuove minacce informatiche avevano reso necessario un intervento legislativo. In questo articolo vedremo: quali sono le tipologie di reati telematici più comuni, quali sono le nuove misure previste dal DDL Cybersecurity, i nuovi reati e le nuove sanzioni introdotte.

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Reati informatici: cosa sono e tipologie più diffuse

Per reato di tipo informatico si intende ogni tipo crimine commesso con l’utilizzo di tecnologie informatiche o telematiche. La normativa di riferimento per questo tipo di reati è la Legge 547 del 1993 con le Modificazioni ed integrazioni alle norme del codice penale e del codice di procedura penale in tema di criminalità informatica. Ulteriori modifiche sono state poi introdotte successivamente con la Legge 48 del 2008.

I crimini informatici sono inquadrati in 5 macro categorie:

  • Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche
  • Diffusione di hardware e software diretti a danneggiare sistemi
  • Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi
  • Accesso abusivo a un sistema informatico
  • Frode informatica

All’interno di queste categorie rientra una vasta gamma di reati. Tra questi i più diffusi sono per esempio: la diffamazione su internet, il cyberstalking, l’hacking, il phishing e la diffusione di virus.

Cosa prevede il DDL sulla Cybersicurezza

Il testo del disegno di legge prevede una stretta sui cyber criminali tramite “l’innalzamento delle pene, l’ampliamento dei confini del dolo specifico, l’inserimento di aggravanti e/o il divieto di attenuanti per diversi reati commessi mediante l’utilizzo di apparecchiature informatiche e finalizzati a produrre indebiti vantaggi per chi li commette, a danno altrui o ad accedere abusivamente a sistemi informatici e/o a intercettare/interrompere comunicazioni informatiche e telematiche”.

In particolare è stato configurato un nuovo reato specifico, ossia l’estorsione cibernetica; pene raddoppiate per l’accesso abusivo ai sistemi informatici; per le pubbliche amministrazioni è stato introdotto l’obbligo di notifica di eventuali attacchi subiti entro le 24 ore dalla scoperta dell’incidente.

Nasce, inoltre, la nuova figura del referente per la cybersicurezza, che dovrà essere nominato dagli enti pubblici, individuato in ragione delle qualità professionali possedute. Il referente pertanto dovrà svolgere la funzione di punto di contatto unico dell’amministrazione con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

L’iter parlamentare

Dopo l’approvazione del ddl da parte del Consiglio dei Ministri lo scorso 25 gennaio, ora il testo dovrà essere approvato dal Parlamento con la relativa discussione per la definitiva conversione in legge.

Conclusioni

Il contrasto al crimine informatico è una priorità per la sicurezza. Attacchi e violazioni virtuali sono in costante aumento e il loro impatto può essere devastante per aziende pubbliche e private, oltre che per i comuni cittadini. Nel caso della Pubblica amministrazione, infatti, la digitalizzazione rappresenta soprattutto una soluzione; espone, però, anche ad una mole di pericoli contro cui bisogna farsi trovare preparati.

In conclusione, si può dire che i provvedimenti adottati fino ad ora sono un passo verso la cyber sicurezza dopo di che occorrerà seguire una strategia ben definita per salvaguardare l’ecosistema digitale italiano.

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SOC as a Service, cos’è e perché investire su un Security Operations Center? Oggi molte aziende stanno mettendo al primo posto la sicurezza dei propri beni digitali per preservare i flussi di lavoro. Vediamo più nel dettaglio cos’è il SOCaaS e quanto conviene.

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SOC as a Service

​Il SOC as a Service, un modello di servizio esternalizzato

Partiamo dall’inizio: il SOC (Security Operations Center) è un centro da cui vengono forniti servizi finalizzati alla sicurezza dei sistemi informativi dell’azienda o di clienti esterni. Fin qui tutto chiaro, o quasi. La novità è che, di recente, si sono sviluppate nuove forme di protezione aziendale note come SOCaaS (SOC as a Service), ovvero un modello che esternalizza parti delle funzioni di un SOC a un fornitore esterno.

Oggi il SOC as a Service è la soluzione più immediata per le aziende che vogliono un Security Operations Center e non possono realizzarlo al loro interno. Questo tipo di modello potrebbe mettere quasi tutti d’accordo, e dev’essere senz’altro considerato quando si va a definire una strategia di cybersecurity.

​SOC as a Service, cos’è

La definizione esplica che il SOCaaS è un modello di sicurezza gestito h24 da un fornitore di servizi esterno all’azienda, in abbonamento e sotto forma di servizio. Il SOC diventa quindi una piattaforma digitale che monitora costantemente le infrastrutture e reti aziendali, segnalando agli specialisti eventuali criticità. In particolare, un servizio di Security Operations Center può avere una visione completa delle infrastrutture monitorate, rilevare eventi legati alla sicurezza e rispondere a eventuali incidenti.

In questo modo è possibile sorvegliare l’infrastruttura informatica senza che l’azienda cliente si occupi di gestire la piattaforma. Un vantaggio indubbio rispetto al SOC tradizionale. Tra le sue funzionalità è possibile evidenziare il monitoraggio h24, threat intelligence, analisi log, reportistica su più livelli, analisi del rischio e compliance. Inoltre, le attività sono scalabili ed esiste una base di servizi che può essere estesa e personalizzata a piacimento.

SOC as a Service su più livelli

Ad esempio, se pensiamo a un SOC as a Service su due livelli, il primo potrebbe essere focalizzato sulle necessità di PMI, il secondo sulla possibilità di sistematizzare le regole di analisi sulla base delle esigenze specifiche di aziende più strutturate. La scalabilità, infatti, resta uno dei punti forti dei SOC as a Service. Mentre un SOC tradizionale richiede spese elevate anche quando si tratta di ampliarne le funzioni, un SOC as a Service viene adattato da chi lo gestisce.

La scelta di un SOC esterno dipende da molte variabili tra cui risorse, budget e personale. Una grande banca potrebbe destinare molte risorse al SOC interno, mentre una piccola fabbrica non avvertirà questa esigenza, perché il suo core business è molto distante dalla cyber security.

​Perché investire sul SOCaaS

Un’azienda non abituata al concetto di cyber security, infatti, tende a investire poco già nella sicurezza digitale di base. Creare un SOC interno richiederebbe un grande investimento in termini di risorse e costi.

Eppure, per ottenere i benefici di un vero SOC con un budget limitato, basta scegliere una soluzione SOCaaS. Si tratta di un punto di partenza per un’offerta eventualmente espandibile con altri moduli. Se un’azienda decide di non partire dal SOC as a Service può comunque aggiungerlo in un secondo momento.

Infatti, il SOC as a Service crea la base su cui costruire un progetto di cyber security.

Per questo è bene implementarlo il prima possibile, per creare una base dati capace di rilevare fin da subito le principali criticità e suggerire le soluzioni migliori. La differenza tra SOC e SOC as a Service è nella filosofia, ovvero quella del servizio. I SOC as a Service vanno integrati nell’infrastruttura aziendale, ma viengono successivamente gestiti in autonomia da specialisti, lasciando che l’azienda si concentri sul proprio core business.

​In conclusione: SOC e metriche

Il cliente, inoltre, deve avere interlocutori che spieghino il lavoro effettuato con parametri precisi e di facile comprensione. Importante è la misura dell’efficacia dei servizi SOC, misurabile grazie a metriche trasferibili al committente. In questo modo, l’azienda può contare su un servizio di sicurezza in grado di tutelarla in modo costante, e su informazioni chiare e precise.

Se sei interessato all’argomento SOC as a Service e stai cercando un consulente affidabile, vai a questa pagina.

Il consulente sicurezza aziendale è un professionista che agisce, in proprio o per un Istituto di Vigilanza, in modo da garantire la tutela di beni e dati. Prevenire le violazioni è il suo mestiere. Eppure, ci sono tante cose che non sappiamo di lui: proviamo a scoprirle insieme.

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  1. Fautore di sicurezza
  2. Per lui c’è sempre lavoro
  3. Il ruolo dell’esperto di sicurezza
  4. Di cosa si occupa
  5. Dove lavora
  6. Come si diventa esperto di sicurezza
  7. Cosa studia
  8. Soft skill
  9. Richiesta di queste figure professionali

Consulente sicurezza aziendale: forse non sai che…

In uno scenario attuale sempre più complesso e rischioso, il problema della sicurezza è sempre più rilevante. Aziende, studi professionali ed enti pubblici devono poter contare su sistemi a prova di attacchi, per mantenere protetti beni e dati, e che non consentano intrusioni indesiderate.

Per questo, negli ultimi anni si sono consolidate figure professionali in grado di prevenire e risolvere questi problemi. In questo articolo vedremo alcune curiosità che riguardano l’esperto della sicurezza aziendali e ne approfondiremo compiti e responsabilità.

1. Fautore di sicurezza

Le innovazioni degli ultimi anni hanno fattivamente aumentato l’esigenza di proteggere le aziende, evidenziando la necessità di rivolgersi a figure professionali preparare nel settore della security. Il consulente di sicurezza aziendale è il primo fautore delle disposizioni di sicurezza, nonché esperto volto all’azione in caso di emergenza.

2. Per lui c’è sempre lavoro

Come sappiamo, per garantire l’efficacia dei sistemi occorrono specifiche competenze, visto che un buon sistema di sicurezza non deve solo proteggere dagli attacchi, ma anche prevenirli. Per questo, esistono molte professioni simili con ottime prospettive lavorative e non mancano mai le opportunità d’impiego.

3. Il ruolo dell’esperto di sicurezza

Tra le figure emergenti del settore, l’esperto in vigilanza e sicurezza ricopre un ruolo molto rilevante. Definito a volte come APF – Agente di sicurezza, è un professionista estremamente preparato, coinvolto in tutte le operazioni che riguardano la sorveglianza e i sistemi di sicurezza. Per questo è fondamentale in tutte le aziende, dove la custodia e sorveglianza di beni e dati è prioritaria.

Consulente sicurezza aziendale

4. Di cosa si occupa

Come abbiamo visto, questo indispensabile professionista interviene nella prevenzione, monitoraggio e risoluzione di problemi relativi alla protezione dell’azienda. Per il suo lavoro necessita di competenze legate ai sistemi di sorveglianza, senza dimenticare una buona conoscenza dei processi aziendali. In particolare, si occupa di:

  • testare i sistemi di sicurezza aziendale;
  • suggerire l’ottimizzazione dei sistemi;
  • recuperare dati in caso di attacchi;
  • analizzare i dati per individuare l’origine degli attacchi;
  • dare consigli sull’installazione di strumenti di sicurezza;
  • sviluppare sistemi di sicurezza ad hoc.

5. Dove lavora

Nel panorama contemporaneo, ogni organizzazione può avere bisogno di un esperto di vigilanza e sicurezza. Questo professionista può lavorare come consulente esterno o dipendente, in base alle necessità dell’azienda committente.

Lo sbocco lavorativo più usuale è generalmente in società che offrono servizi d’assistenza e installazione di sistemi di sicurezza. Le richieste possono arrivare anche da aziende private e organizzazioni pubbliche, per cui è possibile svolgere questo lavoro in settori diversi.

Tra le strutture che comunemente cercano un esperto di sicurezza troviamo:

  • pubblica amministrazione
  • enti governativi
  • multinazionali e aziende di grandi dimensioni
  • istituti bancari, assicurativi e finanziari

6. Come si diventa esperto di sicurezza

Per garantire la protezione dei sistemi è indispensabile una solida preparazione tecnica e pratica, da acquisire non solo sul campo ma anche attraverso un percorso di studi dedicato. Ecco perché oggi esiste un ricco iter formativo dedicato specificamente a chi lavora nel settore della sicurezza e cyber security.

7. Cosa studia

A fronte dei diversi sbocchi professionali, esistono diversi corsi di studio per le figure di questo tipo.

Nel caso delle GpG, i requisiti possono variare a seconda del paese e delle normative locale, anche se generalmente è richiesto un diploma di scuola superiore o equivalente. Inoltre, occorre superare un corso di formazione specifico per Guardie Giurate. Quindi, è necessario ottenere una licenza rilasciata dalle autorità competenti e superare i controlli di sicurezza richiesti.

Per gli esperti di cyber security, invece, il requisito minimo è una laurea triennale in Informatica (LM-18), in modo da conoscere codici e linguaggi IT. A seguire, per specializzarsi è preferibile frequentare un corso o un master di specializzazione. Esistono diverse opzioni e ci sono più livelli di perfezionamento offerti dai principali atenei nazionali.

In alternativa, per diventare un responsabile della sicurezza, è possibile scegliere una laurea magistrale inerente.

8. Soft skill

Diventare un consulente sicurezza aziendale o un operatore della security può essere un ottimo investimento professionale. Per lavorare con efficienza, però, sono importanti l’aggiornamento continuo e le competenze trasversali. Di seguito le soft skill richieste per un esperto di sicurezza:

  • Curiosità: anticipare potenziali attacchi immaginando nuovi scenari è fondamentale. Sperimentare nuove strade non deriva solo dalla conoscenza, ma anche dalla rielaborazione personale.
  • Logica e pensiero critico: analizzare i dati, riconoscere le analogie e saper ricostruire i percorsi che hanno generato vulnerabilità sono elementi molto importanti.
  • Determinazione: occorre molta costanza per trovare la soluzione migliore e raggiungere gli obiettivi.
  • Precisione: è necessario evitare gli errori, per cui la concentrazione è una skill fondamentale.
  • Leadership: l’esperto di sicurezza non si muove solo in autonomia, ma anche in team, dove coordina altre figure o deve confrontarsi con interlocutori differenti.

9. Quanto è richiesto il consulente sicurezza aziendale

Per quanto riguarda la richieste di queste figure professionali operanti con le aziende, secondo il Workforce Study 2022 – il rapporto dedicato agli addetti alla Sicurezza informatica – esistono notevoli opportunità d’impiego.

Inoltre, secondo il Rapporto sulla Filiera della Sicurezza in Italia, il settore della vigilanza privata è cresciuto sia per numero di imprese che per addetti. Solo nel 2020, infatti, le imprese di vigilanza e servizi connessi erano 1.745, con 76.203 lavoratori totali occupati e 43,7 addetti in media per ogni impresa. Questo studio evidenzia un trend in costante crescita e proiettato allo sviluppo.

In conclusione

Sono molteplici gli aspetti che contraddistinguono l’ambito professionale di un esperto della sicurezza e vigilanza. Per riconoscere un professionista valido, tuttavia, è bene esaminarne sempre le credenziali e valutarne l’effettiva esperienza sul campo.

Se stai valutando d’ingaggiare un consulente sicurezza e non sai dove dirigere i tuoi sforzi, affidati a un team di professionisti in grado di supportarti a tutti i livelli. Maggiori informazioni sono disponibili in questa pagina.