Per una protezione completa ed integrata delle aziende è necessaria una strategia che comprenda diverse soluzioni per monitorare e prevenire i rischi, proteggere le risorse fisiche e garantire la sicurezza delle persone. La protezione delle aziende richiede un approccio integrato che combini misure di videosorveglianza e sicurezza fisica avanzate. Le aziende, indipendentemente dal settore in cui operano, affrontano quotidianamente rischi come intrusioni, furti o atti vandalici. Per mitigare questi pericoli e proteggere il proprio patrimonio, è fondamentale adottare soluzioni che uniscano tecnologie moderne e strategie tradizionali.

In questo articolo vedremo quali sono le principali misure di sicurezza fisica, quali attività possono essere svolte tramite il videocontrollo remoto e come combinare queste attività per un monitoraggio efficace di un determinato ambiente. 

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Sistemi di controllo accessi per la sicurezza fisica

I sistemi di controllo accessi rappresentano una componente fondamentale per la sicurezza fisica di qualsiasi azienda. Questi sistemi consentono di regolare e monitorare l’ingresso a strutture, uffici e aree riservate, garantendo che solo il personale autorizzato possa accedere a specifiche zone.  

Tra le soluzioni più comuni troviamo badge magnetici, lettori biometrici e tastiere con codici di accesso. Questi strumenti, spesso integrati con software gestionali, permettono non solo di prevenire intrusioni non autorizzate, ma anche di tracciare i movimenti delle persone all’interno dell’azienda. In questo modo, è possibile identificare eventuali anomalie o attività sospette in tempo reale.  

Oltre a migliorare la protezione dei beni aziendali, i sistemi di controllo accessi possono essere programmati per fornire autorizzazioni temporanee a visitatori o fornitori, rendendo la gestione degli accessi più flessibile e sicura. Grazie all’integrazione con sistemi di videosorveglianza, è possibile ottenere un livello di protezione ancora più avanzato, creando una barriera efficace contro qualsiasi minaccia.

Impianti videocontrollo: la sorveglianza da remoto

Gli impianti di videocontrollo rappresentano un elemento essenziale per la sicurezza aziendale, offrendo la possibilità di monitorare gli ambienti in tempo reale, anche da remoto. Grazie a telecamere ad alta definizione e sistemi connessi a piattaforme cloud, è possibile accedere alle immagini tramite smartphone, tablet o computer, garantendo un controllo costante.

Questi sistemi non solo registrano eventi sospetti, ma permettono di intervenire tempestivamente in caso di intrusioni o emergenze. Integrati con allarmi e analisi video, gli impianti di videocontrollo assicurano una protezione completa e una sorveglianza continua, riducendo i rischi per l’azienda.

Sistemi di sicurezza aziende: a chi affidarsi

Per la protezione della propria azienda è fondamentale affidarsi a personale esperto e competente in materia di videosorveglianza e sicurezza. Giuliano Group offre soluzioni avanzate di sicurezza fisica e videosorveglianza, progettate per rispondere alle specifiche esigenze di ogni realtà aziendale: contattaci per una consulenza dedicata.

 

Il 1° ottobre 2024 è stato pubblicato il Decreto Legislativo n. 138, che recepisce la Direttiva Europea NIS 2. Questa direttiva è entrata in vigore il 16 ottobre, termine ultimo fissato per il recepimento da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Ogni paese, infatti, doveva integrarla nelle proprie legislazioni nazionali entro quella data. Questa normativa introduce nuove misure stringenti nell’ambito della Cybersicurezza.  La Direttiva NIS2 mira a rafforzare la sicurezza informatica in settori essenziali e rilevanti, ampliando il campo di applicazione rispetto alla precedente NIS, ed a uniformare le misure nei differenti Stati europei.

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Direttiva europea NIS 2: le implicazioni per gli Stati

Tale direttiva europea impone agli Stati membri dell’UE diversi obblighi. Questi mirano a rafforzare la sicurezza informatica delle infrastrutture critiche e a migliorare la resilienza contro le minacce cibernetiche.

Gli Stati membri devono anche designare un’autorità nazionale competente. Questa sarà responsabile della vigilanza sull’applicazione delle nuove norme e garantirà la conformità delle aziende che operano in settori strategici.

Un altro punto cruciale della Direttiva NIS2 è la creazione di un sistema di cooperazione transnazionale. L’intento è quello di facilitare lo scambio di informazioni tra Stati membri, soprattutto in caso di attacchi cyber che possano coinvolgere più Paesi. Questo sistema di cooperazione richiede che gli Stati condividano informazioni rilevanti su minacce e vulnerabilità, e che coordinino la risposta a incidenti di vasta portata, migliorando la gestione delle crisi informatiche a livello europeo.

Normativa NIS2: le implicazioni per le aziende

Le aziende che operano in settori ritenuti strategici (energia, trasporti, banche, sanità, ecc.) e quelle che forniscono servizi digitali o ICT saranno soggette a maggiori obblighi. La NIS 2 richiede di adottare misure tecniche e organizzative per gestire i rischi informatici, inclusi strumenti di monitoraggio, cifratura dei dati e autenticazione avanzata. 

Ecco le principali implicazioni della direttiva NIS 2 per le aziende:

  1. Obbligo di conformità: le aziende che operano in settori critici devono adeguarsi a requisiti di sicurezza più rigorosi. 
  2. Valutazione e gestione del rischio: le imprese sono obbligate a condurre valutazioni complete dei rischi per identificare vulnerabilità e minacce. 
  3. Obbligo di notifica: la NIS 2 introduce obblighi di notifica più stringenti. Le aziende devono informare le autorità competenti di qualsiasi incidente significativo che potrebbe compromettere la continuità dei servizi essenziali. 

Multe e sanzioni

La Nis 2 conferisce maggiori poteri alle autorità nazionali che potranno imporre delle sanzioni alle aziende che commettono delle violazioni o che non rispettano gli obblighi.

Sul piano sanzionatorio vi è una distinzione in base alla natura dei soggetti. Per gli operatori ritenuti essenziali la sanzione amministrativa prevista è pari ad un massimo di 10 milioni di euro o del 2% del fatturato. Per gli operatori ritenuti importanti le sanzioni amministrative possono arrivare ad un tetto massimo di 7 milioni di euro o all’1,4% del fatturato. 

 

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Il 28 giugno è stata approvata la Legge 90, ovvero le “Disposizioni per il rafforzamento di cybersicurezza nazionale e reati informatici” ed entrata in vigore il 17 luglio. La nuova normativa sicurezza informatica rappresenta un passo importante nella lotta al cybercrimine grazie alle misure introdotte per contrastare i reati commessi attraverso la rete internet.

Legge Cybersicurezza: cosa cambia

La nuova legge prevede delle misure più stringenti per il contrasto ai reati informatici. Con le modifiche introdotte al Codice penale sono state inasprite in maniera sostanziale le pene in relazione ad alcuni reati:

  • accesso abusivo a un sistema informatico o telematico;
  • detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature, codici e altri mezzi atti all’accesso a sistemi informatici o telematici;
  • detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature e di altri mezzi atti a intercettare, impedire o interrompere comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche;
  • intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche;
  • detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature e di altri mezzi atti a intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche;
  • falsificazione, alterazione o soppressione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche. 

Misure specifiche sono state introdotte per le pubbliche amministrazioni. Queste sono obbligate a segnalare tempestivamente gli incidenti informatici (24 ore per la prima segnalazione e 72 ore per la notifica completa), individuare una struttura dedicata alla cybersicurezza, ed istituire la figura del referente unico per la cybersicurezza da comunicare all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.

Reati informatici in aumento: i numeri

I crimini informatici continuano a crescere in modo esponenziale, rappresentando una delle minacce più significative per le aziende, le istituzioni e i cittadini. Questo aumento è legato a diversi fattori come l’evoluzione tecnologica e l’aumento della dipendenza dalle infrastrutture digitali. Le violazioni dei dati, gli attacchi ransomware e le truffe online sono tra i crimini informatici più diffusi, colpendo sia grandi organizzazioni che piccoli imprenditori.

Secondo i dati forniti dal report della Polizia postale, lo scorso anno sono stati rilevati circa 9.433 reati contro la persona. Il rapporto Clusit, invece, sottolinea come l’Italia rappresenti un bersaglio particolarmente facile per i cyber criminali, dal momento che ha ricevuto ben l’11% degli attacchi rilevati a livello globale nel 2023 (contro un 3,4% del 2021 e un 7,6% del 2022).

Sicurezza informatica nelle aziende

Considerati i numeri in costante aumento e i rischi connessi all’esposizione di attacchi cibernetici, per le aziende diventa fondamentale adottare delle misure preventive.

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La sicurezza informatica è una priorità per ogni azienda, indipendentemente dal settore in cui opera. Le minacce informatiche sono costanti e sempre più sofisticate: il rischio di violazioni e perdite di dati e informazioni è molto alto. Per tale motivo, ogni azienda deve adottare misure per proteggere le proprie risorse digitali e garantire la continuità operativa.

Il responsabile sicurezza informatica è una figura essenziale per l’impresa moderna: è a lui che l’azienda affida l’incarico di stabilire delle strategie di difesa per la salvaguardia cibernetica. 

In questo articolo vedremo quali sono i suoi compiti, le funzioni che svolge e come deve interagire con le altre figure ed aree aziendali.

Esperto cybersecurity: il suo ruolo all’interno dell’azienda

Il responsabile della sicurezza informatica è incaricato di sviluppare, implementare e controllare le strategie di sicurezza aziendali. Essendo un ruolo di alta responsabilità, il professionista deve avere competenze elevate in materia di ingegneria e sicurezza informatica (preferibilmente anche in diritto informatico).

Le sue funzioni includono l’analisi delle vulnerabilità e dei punti di debolezza, la gestione delle politiche di sicurezza, e la risposta agli incidenti, intervenendo tempestivamente per mitigare i rischi.

Per far sì che le strategie di difesa funzionino appieno, è necessario che l’esperto di cybersecurity collabori attivamente con le varie aree e dipartimenti dell’azienda. Questo ruolo richiede una continua formazione e un aggiornamento regolare sulle ultime minacce e tecnologie di difesa, oltre a una forte capacità di comunicazione per educare il personale e sviluppare una cultura della sicurezza informatica.

Le politiche aziendali di sicurezza informatica

Il responsabile della sicurezza informatica ha il compito di definire e implementare linee guida che regolano l’accesso ai dati, l’utilizzo delle risorse tecnologiche e la gestione delle informazioni sensibili.

Queste linee guida devono essere precise e dettagliate, per garantire che ogni dipendente sappia esattamente come comportarsi per proteggere l’integrità dei sistemi aziendali. 

Inoltre, il responsabile deve monitorare continuamente l’uso delle risorse IT, garantendo che vengano utilizzate in modo conforme alle politiche aziendali.

 

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Sviluppare delle strategie di cyber security aziendale è necessario per qualsiasi impresa per far fronte alle minacce informatiche che possono mettere a rischio le attività aziendali. 

Nell’era digitale attuale, ogni azienda deve considerare la possibilità di essere vittima di cyber attacchi, che sono in costante aumento e sempre più sofisticati. Questi attacchi possono interrompere la continuità operativa, danneggiare la reputazione dell’azienda e portare alla violazione e al furto di informazioni preziose. Pertanto, implementare misure di sicurezza efficaci non è solo una precauzione, ma una necessità.

In questo articolo vedremo come mettere a punto una strategia di protezione per le aziende. 

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Vulnerabilità sicurezza informatica: la valutazione

Il primo passo è quello di valutare la vulnerabilità del proprio sistema. Un’analisi profonda permette di identificare le aree a rischio ed i punti di debolezza dei sistemi informatici aziendali.

Questo tipo di valutazione consiste in test di penetrazione, scansioni di rete, analisi del codice sorgente e altre operazioni correlate. Oltre all’analisi della situazione corrente bisogna analizzare le probabilità di subire un attacco e il potenziale impatto che ne deriverebbe.

Cyber security aziendale: le soluzioni di sicurezza

Identificate le aree di rischio, vanno implementate le soluzioni di sicurezza idonee per la protezione aziendale. Oltre ai metodi tradizionali come antivirus per neutralizzare i malware e firewall per monitorare il traffico di rete, si possono sfruttare tecnologie più avanzate. 

L’integrazione del machine learning e dell’intelligenza artificiale (AI) consente di garantire una protezione automatizzata più efficace. Queste tecnologie possono analizzare grandi volumi di dati in tempo reale, identificando comportamenti anomali e potenziali minacce prima che possano causare danni (per approfondire il rapporto tra sicurezza e intelligenza artificiale leggi qui il focus).

Gestione rischi informatici: la mitigazione dei danni

Talvolta, sebbene siano state adottate delle misure preventive per la cyber security aziendale, si possono verificare degli incidenti: in tal caso non bisogna farsi trovare impreparati. Avere una procedura prestabilita permette di minimizzare i danni e di poter ripristinare in modo rapido l’attività aziendale.

Per mitigare i danni è consigliato:

  • formare i dipendenti educandoli su come riconoscere i cyber attacchi e come porre rimedio;
  • assegnare compiti, ruoli e responsabilità specifiche all’interno del personale;
  • simulare attacchi ed effettuare esercitazioni;
  • utilizzare strumenti di monitoraggio in tempo reale;
  • attuare misure di contenimento prestabilite;
  • condurre delle analisi successive al verificarsi di un cyber attacco per identificare cause e risposte.

 

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L’impatto dell’intelligenza artificiale è stato significativo in tutti i settori, e quello della sicurezza aziendale non fa eccezione, soprattutto grazie alle opportunità che l’AI offre per la protezione dei dati. L’intelligenza artificiale consente di affrontare in modo efficace le minacce informatiche più moderne e pericolose. 

Attraverso l’analisi in tempo reale di grandi volumi di dati e l’apprendimento automatico, l’AI migliora costantemente le sue capacità di rilevamento e risposta alle minacce.

Il legame che oggi si sta instaurando tra intelligenza artificiale e sicurezza aziendale sembra essere diventato indissolubile, poiché le soluzioni basate su AI offrono un livello di protezione che le tecnologie tradizionali non possono eguagliare.

L’integrazione dell’AI nella sicurezza aziendale non solo migliora l’efficacia delle difese, ma permette anche una gestione proattiva delle vulnerabilità e una risposta rapida agli incidenti, garantendo così una protezione più robusta e affidabile.

In questo articolo vedremo quale impatto sta avendo l’a.i. nelle strategie di sicurezza aziendale, come utilizzarla per apportare dei migliorativi e quali sono le sue principali applicazioni nel settore.

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Sicurezza informatica in azienda: l’ausilio dell’intelligenza artificiale

Di norma, la sicurezza informatica delle aziende utilizza dei sistemi di difesa tradizionali come antivirus e firewall: fino a qualche anno fa questa protezione era soddisfacente, ora è comunemente ritenuta blanda, incompleta e spesso inefficace a confronto delle crescenti minacce cibernetiche. 

Come l’intelligenza artificiale aiuta le aziende a difendersi? L’a.i. è uno strumento fondamentale per la prevenzione e l’analisi. Grazie ad essa, infatti, si possono monitorare con regolarità e relativa semplicità dati e informazioni in grandi volumi e identificare eventuali anomalie.

Dunque, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale le aziende non solo possono rispondere tempestivamente ai pericoli informatici ma possono anche prevenire i potenziali attacchi.

Applicazioni intelligenza artificiale per la sicurezza

Oltre al monitoraggio in tempo reale, l’intelligenza artificiale consente di automatizzare tutte le attività relative alla sicurezza migliorando nel complesso tutti i meccanismi di difesa delle aziende. 

Alcuni esempi di applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale per la sicurezza informatica in azienda:

  • rilevazione minacce e anomalie;
  • prevenzioni di frodi;
  • filtraggio e protezione delle email;
  • gestione di accessi e autorizzazioni:
  • risposta automatizzata alle minacce;
  • analisi predittiva.

Rischi intelligenza artificiale in ambito aziendale

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella sicurezza aziendale comporta alcuni rischi. Uno di questi è la possibile trascuratezza dei sistemi di difesa tradizionali, con il rischio di affidarsi esclusivamente agli strumenti di ultima generazione. È essenziale trovare un equilibrio tra le due approcci per garantire una protezione completa e resiliente. Altri rischi riguardano la privacy dei dati, il trattamento responsabile e la conservazione di dati sensibili. È importante implementare politiche e procedure robuste per gestire tali rischi e proteggere l’integrità dei dati aziendali.

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Al fine di prevenire ed evitare possibili rischi che si possono verificare in azienda bisogna prevedere delle procedure specifiche che permettano di identificare, esaminare e gestire tali rischi. Questa procedura viene denominata Risk assessmentIl processo di valutazione del rischio aziendale è fondamentale per le moderne imprese.

In questo articolo vedremo come si sviluppa il processo, quali sono le fasi operative, quali sono i professionisti coinvolti in questa attività strategica e quali vantaggi comporta per le aziende. 

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Fasi del Risk assessment

I rischi e i pericoli che possono minacciare un’azienda sono di diversa natura e possono causare danni nell’immediato e/o in un periodo più dilatato nel tempo. Per fare degli esempi: si possono verificare degli impedimenti economici, legali o operativi, possono cambiare le normative del settore, eccetera.

Il processo si può dividere in 3 fasi principali: 

  • l’analisi del contesto aziendale: in questa prima fase si esaminano le aree e gli ambiti in cui possono verificarsi rischi e successivamente danni;
  • individuazione dei rischi potenziali: analizzate le aree si cerca, attraverso un’analisi predittiva, di individuare la natura dei rischi, chi possono colpire e in quale modalità;
  • valutazione qualitativa e quantitativa dei rischi: in questa fase vengono esaminati i rischi specifici e viene valutata l’esposizione dell’azienda a tali rischi.

Valutazione del rischio aziendale: chi se ne occupa

Il processo di risk assessment prevede la partecipazione di diversi professionisti con differenti competenze e responsabilità: il manager aziendale supervisiona le operazioni; gli esperti di sicurezza e compliance individuano e valutano i rischi; consulenti di settori specifici (area legale. cybersecurity, finanziaria). Ci sono anche figure specifiche specializzate in questo campo: il Risk Manager e il Chief Risk Officer sono i professionisti qualificati per effettuare tutte le operazioni che rientrano nella valutazione del rischio aziendale.

Risk Assessment: vantaggi per le aziende

Questa operazione strategica comporta diversi benefici alle aziende che la adottano. In primis permette di capire quali sono le aree dell’azienda da difendere. In secondo luogo, consente di facilitare le attività correlate di risk management.

Infine, con l’identificazione dei rischi potenziali, permette alle aziende di evitare danni e inconvenienti.

Il Risk assessment rientra tra le operazioni di tutela patrimonio aziendale. Se vuoi affidarti a dei professionisti del settore per prevenire possibili rischi per la tua azienda, allora puoi affidarti a Giuliano Group. Contattaci per avere una consulenza.

Ogni azienda ha la necessità di gestire e proteggere i propri beni materiali e immateriali. Dunque, è essenziale prevedere delle strategie per la tutela patrimonio aziendale. 

Ma cosa rientra nel patrimonio di un’azienda? Sia i beni fisici come locali, immobili, attrezzature, merci sia beni non fisici come i marchi, i brevetti, i diritti di autore o il capitale umano. Gli asset di un’azienda ne determinano anche il valore. 

Per salvaguardare il patrimonio aziendale si possono mettere in atto diverse strategie. 

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Protezione fisica per tutelare patrimonio

Uno dei pericoli maggiori per un’azienda è rappresentato da furti e danneggiamenti. In alcuni casi possono determinare, oltre alla perdita economica, anche la cessazione (momentanea o definitiva) della continuità operativa dell’azienda. 

Per evitare di trovarsi in tali spiacevoli situazioni, si può ricorrere a diverse soluzioni per la sicurezza aziendale, ad esempio: 

Oltre alla protezione fisica è necessario garantire anche quella digitale per proteggere i dati aziendali. In tal senso è consigliabile definire un piano per la cybersicurezza.

Come tutelare patrimonio dell’azienda: protezione legale

Per la tutela legale azienda si può provvedere a stipulare delle polizze assicurative. Tali polizze consentono di difendere gli interessi aziendali qualora si verificassero delle controversie di natura legale. 

L’azione legale è, in genere, risolutiva anche se ci sono da mettere in conto tempistiche e costi.

Risk management

Gestire i rischi vuol dire avere la capacità ed una strategia per affrontare determinate problematiche in cui si può incappare nell’ambito dell’attività operativa.

Un’azienda può prevedere la possibilità di condurre delle analisi dei potenziali fattori di rischio interni ed esterni e predisporre delle misure di prevenzione e di mitigazione.

Il risk management è un’operazione che deve essere continuata nel tempo: periodicamente bisogna aggiornare strategie e procedure. 

Protezione del patrimonio aziendale: a chi rivolgersi?

Per la tutela patrimonio aziendale è necessario affidarsi a dei professionisti. Giuliano Group, con la sua esperienza quarantennale, è in grado di offrire le migliori soluzioni per le tue esigenze: contattaci per ricevere una consulenza.

La possibilità di subire un attacco informatico è molto elevato: sviluppare una cultura sicurezza informatica all’interno dell’azienda diventa fondamentale per prevenire o quantomeno ridurre i danni derivanti da eventuali attacchi hacker. Innanzitutto, per un’azienda è importante prevedere una strategia generale di cybersicurezza; in secondo luogo può essere molto utile formare i propri dipendenti e renderli consapevoli dei rischi potenziali che si corrono quotidianamente utilizzando software e dispositivi informatici.

Come si può promuovere una cultura sicurezza informatica all’interno dell’azienda? Ecco tre indicazioni utili in tale ottica.

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Security culture, formazione dei dipendenti

Aumentare la conoscenza e la competenza del proprio personale nell’ambito della sicurezza rappresenta un valore aggiunto per tutta l’azienda. Si tratta di un investimento economico lungimirante che può prevenire costi molto più ingenti. In tal senso si possono organizzare dei corsi intensivi con esperti del settore; si possono anche simulare degli attacchi per dimostrare praticamente le metodologie di reazione più opportune.

È necessario che la formazione sia continua: le strategie di attacco da parte degli hacker sono sempre più evolute, di conseguenza occorrono risposte adeguate e aggiornate ai rischi correnti.

Sicurezza aziendale informatica: implementare le procedure di sicurezza

Una volta aumentata la percezione dei rischi e la consapevolezza complessiva, si può procedere con una implementazione delle procedure di sicurezza. Una buona prassi per le aziende è quella di stabilire delle regole e degli standard a cui devono adeguarsi tutti i dipendenti in ragione di salvaguardare dati e informazioni aziendali. Una policy interna è un must have per le aziende.

Tra le procedure di sicurezza più importanti rientrano il controllo e la gestione degli accessi dall’interno dell’azienda e dall’esterno, la gestione degli account aziendali, le strategie di backup e disaster recovery.

La sicurezza informatica in azienda: strumentazioni e risorse adeguate

È dovere delle aziende mettere i dipendenti in condizione di applicare tutte le direttive in tema securitario. Questo si traduce con la messa a disposizione di dispositivi tecnologici e di strumenti per la protezione dei dati come software anti virus e anti malware, firewall, soluzioni di crittografia. I software e i sistemi operativi devono essere, inoltre, sempre aggiornati.

Se vuoi essere sicuro di mantenere al sicuro i dati puoi rivolgerti a un team di professionisti in grado di seguire l’evoluzione del tuo piano di protezione dei dati.

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo disegno di legge sulla Cybersicurezza, cioè un pacchetto di misure introdotte per contrastare i crimini informatici.

Il crescente fenomeno della criminalità sul web e le nuove minacce informatiche avevano reso necessario un intervento legislativo. In questo articolo vedremo: quali sono le tipologie di reati telematici più comuni, quali sono le nuove misure previste dal DDL Cybersecurity, i nuovi reati e le nuove sanzioni introdotte.

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Reati informatici: cosa sono e tipologie più diffuse

Per reato di tipo informatico si intende ogni tipo crimine commesso con l’utilizzo di tecnologie informatiche o telematiche. La normativa di riferimento per questo tipo di reati è la Legge 547 del 1993 con le Modificazioni ed integrazioni alle norme del codice penale e del codice di procedura penale in tema di criminalità informatica. Ulteriori modifiche sono state poi introdotte successivamente con la Legge 48 del 2008.

I crimini informatici sono inquadrati in 5 macro categorie:

  • Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche
  • Diffusione di hardware e software diretti a danneggiare sistemi
  • Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi
  • Accesso abusivo a un sistema informatico
  • Frode informatica

All’interno di queste categorie rientra una vasta gamma di reati. Tra questi i più diffusi sono per esempio: la diffamazione su internet, il cyberstalking, l’hacking, il phishing e la diffusione di virus.

Cosa prevede il DDL sulla Cybersicurezza

Il testo del disegno di legge prevede una stretta sui cyber criminali tramite “l’innalzamento delle pene, l’ampliamento dei confini del dolo specifico, l’inserimento di aggravanti e/o il divieto di attenuanti per diversi reati commessi mediante l’utilizzo di apparecchiature informatiche e finalizzati a produrre indebiti vantaggi per chi li commette, a danno altrui o ad accedere abusivamente a sistemi informatici e/o a intercettare/interrompere comunicazioni informatiche e telematiche”.

In particolare è stato configurato un nuovo reato specifico, ossia l’estorsione cibernetica; pene raddoppiate per l’accesso abusivo ai sistemi informatici; per le pubbliche amministrazioni è stato introdotto l’obbligo di notifica di eventuali attacchi subiti entro le 24 ore dalla scoperta dell’incidente.

Nasce, inoltre, la nuova figura del referente per la cybersicurezza, che dovrà essere nominato dagli enti pubblici, individuato in ragione delle qualità professionali possedute. Il referente pertanto dovrà svolgere la funzione di punto di contatto unico dell’amministrazione con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

L’iter parlamentare

Dopo l’approvazione del ddl da parte del Consiglio dei Ministri lo scorso 25 gennaio, ora il testo dovrà essere approvato dal Parlamento con la relativa discussione per la definitiva conversione in legge.

Conclusioni

Il contrasto al crimine informatico è una priorità per la sicurezza. Attacchi e violazioni virtuali sono in costante aumento e il loro impatto può essere devastante per aziende pubbliche e private, oltre che per i comuni cittadini. Nel caso della Pubblica amministrazione, infatti, la digitalizzazione rappresenta soprattutto una soluzione; espone, però, anche ad una mole di pericoli contro cui bisogna farsi trovare preparati.

In conclusione, si può dire che i provvedimenti adottati fino ad ora sono un passo verso la cyber sicurezza dopo di che occorrerà seguire una strategia ben definita per salvaguardare l’ecosistema digitale italiano.

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