La sicurezza dati aziendali è sempre una priorità per le aziende, poiché ogni organizzazione accumula, nel corso del tempo, un patrimonio di dati da proteggere rispetto ad attacchi esterni. Ed esistono anche casi di sottrazioni indebite attribuibili a collaboratori o dipendenti, che possono causare non pochi problemi. Vediamo insieme come tutelare i dati aziendali nel modo migliore.

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Sicurezza dati aziendali

Protezione dati aziendali e tutela privacy

In tutte le aziende, quando si parla di sicurezza si parte dalla redazione e aggiornamento costante di un piano di protezione dei dati e delle reti. Non si tratta solo di dati anagrafici aziendali, ma anche dei dati sensibili e personali dei dipendenti. Questo piano di protezione dati aziendali individua i potenziali rischi e stabilisce i provvedimenti da mettere in pratica per contrastare le criticità.

Per mettere in sicurezza la propria azienda, infatti, occorrerà:

  • individuare le criticità fin dall’inizio
  • formare i propri dipendenti
  • minimizzare vulnerabilità e rischi
  • controllare gli accessi.

Un’operazione complessa e che non può essere effettuata solo una tantum. Per questo, chiedere un parere a un esperto esterno può essere di grande aiuto.

Data protection e formazione

Per tutelare la riservatezza dati aziendali mediante un piano di data protection occorre una figura esperta dedita esclusivamente a questo compito. Infatti, ogni piano include almeno tre elementi:

  1. Accesso e riservatezza. La prima parte individua i dati a disposizione dell’azienda, tenerne traccia e capire quali sono i dipendenti che hanno accesso alle banche dati aziendali.

  2. Formazione. Occorre parlare anche dei dipendenti, poiché anche chi non ha accesso ai dati è tenuto alla discrezione rispetto a dati personali e aziendali. Non tutti i dipendenti conoscono le regole della protezione dei dati, per cui occorre organizzare incontri periodici di formazione e assistenza, e designare una figura di riferimento per eventuali dubbi.

  3. Software affidabili e backup. Usare software di protezione affidabili è una delle principali metodologie per la protezione e la sicurezza dati aziendali. La scansione e i backup regolari rappresentano un’azione di difesa contro infiltrazioni, sottrazioni indebite e altri rischi.

Integrità dei dati aziendali

Aziende di ogni dimensione dovranno gestire al meglio i propri dati: per farlo bastano alcuni semplici accorgimenti. Infatti, anche chi non sa gestire in modo efficace un piano di protezione dei dati può affidarsi a strumenti e operazioni di base che vediamo di seguito.

Backup su cloud cifrato

Programmare dei backup regolari è uno degli elementi principali. Meglio ancora se il backup viene effettuato due volte: uno in locale e uno in remoto. L’opzione migliore sarebbe utilizzare un sistema cifrato in cloud.

Password e impostazioni di default

Le password e impostazioni di fabbrica non devono essere lasciate sui dispositivi. Periodicamente, inoltre, occorre cambiare le chiavi di accesso per mantenere un elevato grado di sicurezza.

Software esterni

Occorre disabilitare l’avvio automatico di file eseguibili e software non accreditati su tutti i sistemi operativi. Anche software presenti su chiavi USB o hard disk esterni non dovrebbero avviarsi in modo automatico.

Privilegi per i dipendenti

Oltre agli accorgimenti che abbiamo già visto, è buona norma assegnare ruoli specifici per ogni dipendente, assegnando privilegi ai soli amministratori. Non per restringere l’operato, ma per tutelare gli stessi dipendenti da un uso scorretto degli strumenti aziendali e azioni dannose inconsapevoli.

Prevenire comportamenti apparentemente innocui

È proprio grazie alla formazione dei dipendenti, infatti, che alcune delle abitudini più diffuse e nocive possono essere debellate. Ad esempio, sono tantissimi i dipendenti italiani che utilizzano le chiavette USB personali per trasferire dati aziendali o viceversa. Questa abitudine sembra innocua, eppure è molto rischiosa.

Reti wireless

Un altro metodo semplice per evitare intrusioni dall’esterno è di proteggere le reti wireless.Se lna rete wireless non è correttamente impostata, infatti, diventa un grave problema da risolvere. Oggi esistono numerose soluzioni per criptare le connessioni wireless. Mediante la scelta della chiave di sicurezza e il livello di crittografia è possibile prevenire attacchi esterni.

Firewall

Per essere al sicuro da ogni attacco, tutti i dispositivi aziendali devono essere dotati di un firewall da aggiornare regolarmente. In abbinamento, occorrerà un sistema di filtro delle email per intercettare email dannopse provenienti dall’esterno.

Furto dati aziendali: i dipendenti

Tendenzialmente siamo portati a escludere che dipendenti dalle intenzioni ambigue entrino in possesso di dati e documenti. Eppure, furti e appropriazioni indebite sono all’ordine del giorno ed è meglio prevenirle.

Talora il dipendente può compiere un illecito divulgando dati e metodi di produzione dell’azienda a terzi. Nell’art. 2105 del Codice Civile è chiarito che:

il prestatore di lavoro non deve trattare affari in concorrenza con l’imprenditore, né divulgare notizie attinenti all’organizzazione e ai metodi di produzione dell’impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio”.

Quindi, chi compie azioni di questo tipo dovrà metterne in conto le possibili conseguenze. Tuttavia, queste situazioni spesso si verificano quando c’è un forte contrasto verso l’azienda o i titolari.

Rischio divulgazione di dati sensibili

I rischi correlati alla sottrazione illecita e divulgazione di dati sensibili aziendali sono tanti e di varia natura. Vediamone alcuni:

  • Vendita di dati o di informazioni a concorrenti per compenso economico
  • Violazione patti di non concorrenza
  • Utilizzo dati per scopi personali e di lucro
  • Estorsione e ricatto verso legittimi proprietari dei dati
  • Modifica o cancellazione di dati aziendali
  • Divulgazione al fine di creare un danno economico o d’immagine

Analisi forense digitale a difesa dei dati aziendali

In taluni casi occorre tutelarsi con un legale. L’analisi forense digitale ripercorrerà lo storico di dati e informazioni dei dispositivi affidati a un dipendente. Per questo, computer, smartphone, tablet aziendali, hard disk e chiavi USB vengono analizzati attentamente.

In questo modo si può risalire al percorso dei dati sensibili dell’azienda. Le digital forensics permettono d’indagare a fondo le operazioni effettuate da un dispositivo, anche quelle nascoste. Solo al termine dell’analisi è possibile valutare l’avvio di un procedimento civile o penale.

GDPR per dati aziendali

Per quanto riguarda il GDPR (General Data Protection Regulation), regolamento sulla privacy in vigore dal 25 maggio 2018, il Regolamento (UE) 2016/679 ha apportato alcuni cambiamenti sulla protezione dei dati anagrafici aziendali, ma non relativamente ai dati sulle società.

Infatti, secondo la Commissione Europea:

Le regole si applicano solo ai dati personali delle persone fisiche. Tuttavia, le informazioni relative alle società individuali possono costituire dati personali laddove consentano l’identificazione di una persona fisica. Le regole si applicano anche a tutti i dati personali relativi a persone fisiche nel corso di un’attività professionale”.

Per questo, anche la divulgazione di dati apparentemente innocui potrebbe causare il mancato rispetto del Regolamento sulla protezione al trattamento dei dati personali. E in questi casi le multe sono elevate: possono arrivare perfino a milioni di euro.

Come tutelare i dati aziendali

Abbiamo visto che esistono molti rischi connessi alla data protection e al corretto utilizzo delle tecnologie. A volte il mondo digitale può apparire complesso perché soggetto a costanti aggiornamenti e nuove minacce.

Se vuoi essere sicuro di mantenere al sicuro i dati anche quando le nuove tecnologie avanzano, l’ideale è rivolgerti a un team di professionisti in grado di seguire l’evoluzione del tuo piano di protezione dei dati. Hai deciso di dormire sonni tranquilli? Inizia da qui.

Oggi più che mai, le aziende devono adeguarsi a nuove procedure come quelle relative a Disaster Recovery e business continuity. I dati, infatti, sono diventati il bene più prezioso per ogni azienda, e perderli o non accedervi è un grave danno. Vediamo quindi in cosa consiste il DRaaS e come strutturare un piano di disaster recovery per la protezione delle risorse.

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Disaster recovery as a service (DRaaS): le basi

Pensiamo all’improvvisa perdita dei dati in una grande azienda per cause accidentali. Basta una sola ora di stop per cominciare a perdere migliaia, e perfino milioni di euro. È importante che la ripresa avvenga in tempi rapidi, e in questo contesto s’inserisce il DRaaS (Disaster Recovery as a Service).

Il Disaster Recovery as a Service è una tipologia di servizio che offre alle organizzazioni di varie dimensioni la possibilità di mettere al riparo una copia dei dati e ripartire con un’infrastruttura secondaria se la prima viene danneggiata. Durante il ripristino dei server aziendali, sarà ancora possibile eseguire i programmi dall’ambiente di Disaster Recovery, riducendo così il periodo d’inattività. Dopo il ripristino del data center centrale, inoltre, i dati verranno trasferiti e ripristinati completamente.

Cosa sono Disaster Recovery e Business Continuity?

Oggi molte aziende non sanno cos’è, nel concreto, il Disaster Recovery. Nel settore dell’informatica, il DR è l’insieme di azioni volte al ripristino di dati, sistemi, software e infrastrutture. E riguarda, proprio per questo, l’erogazione di servizi alle imprese (o ad associazioni ed enti) dopo il verificarsi di gravi criticità che hanno bloccato il flusso di lavoro.

La Business Continuity è invece, nell’ottica di una cyber security, la garanzia di continuità operativa per l’azienda che subisce il danno, nell’ottica di una ripresa rapida per reagire alle criticità.

Disaster Recovery e business continuity

Non basta un semplice backup

Come ci dicono costantemente la stampa e i telegiornali, i cyber attacchi sono sempre più frequenti su scala mondiale. Cercare una soluzione quando il fatto è già avvenuto non è sempre possibile. Per questo, avere cura dei dati aziendali mediante una strategia e un piano già testato è fondamentale.

Sono numerose le aziende che scelgono soluzioni in cloud “pubblico” (es. Alibaba Cloud, AWS, Google Cloud, IBM Cloud e Microsoft Azure) perché vengono considerate più gestibili. Tuttavia, una delle criticità di queste soluzioni consiste nella connettività che collega l’azienda al cloud. E il public cloud non consente sempre di avere il controllo completo dell’infrastruttura, o di garantire una buona prestazione delle procedure.

Con una soluzione personalizzata invece, meglio se ibrida, l’azienda può incrementare il business ed evolversi in modo sicuro. A tale scopo, il DRaaS è una delle soluzioni migliori. Scopriamo insieme perché.

DRaaS: come funziona e come introdurlo

Un buon piano di DRaaS è articolato perché coinvolge insieme persone, processi, strutture e tecnologie. Si tratta di un’unica soluzione che incorpora hardware, software, procedure e servizi e permette all’azienda di non fermarsi in caso di gravi problematiche.

Tutto comincia dall’analisi dell’infrastruttura, della mole di lavoro e della tipologia di business. Segue una bozza preliminare del piano di ripristino dei dati, con una strategia di sviluppo del piano di Disaster Recovery e business continuity, nonché la formazione dei dipendenti. Il piano, infatti, deve includere anche le attività da realizzare in caso di attacco all’infrastruttura.

I primi minuti dopo l’attacco sono quelli più delicati. Se il personale ignora le procedure da seguire, si rischia di creare danni maggiori o generare reazioni a catena. Quindi, ogni dipendente deve sapere esattamente come agire. Ed è importante avere una strategia per testare, modificare e controllare costantemente il piano di difesa e ripristino.

DRaaS: i vantaggi

Affidare questi servizi a un partner IT significa essere sicuri di avere sempre un piano aggiornato e un servizio di tutela che monitora costantemente l’infrastruttura.

Inoltre, sfruttando un modello economico molto utilizzato (il cosiddetto pay per use) non è indispensabile acquistare l’infrastruttura. Basta pagarla “a consumo” solo per il reale utilizzo delle risorse erogate. Il partner IT fornisce il servizio secondo modelli predefiniti, offrendo protezione per i dati e un aggiornamento costante dell’infrastruttura.

Rispetto a unvirtual data center o cloud pubblico, un piano DRaaS può includere:

  • progetto basato su esigenze specifiche
  • infrastruttura dedicata presso data center aziendale o in colocation
  • policy personalizzate
  • controllo risorse e servizi di aggiornamento, monitoraggio e manutenzione
  • utilizzo delle risorse dell’infrastruttura anche per altre finalità (es. test e sviluppo, gestione di downtime programmati ecc.).

L’obiettivo è quello di creare un modello completo d’infrastruttura e servizi.

Come il DraaS può limitare le perdite

I grandi disastri non sono soltanto di tipo ambientale, perché terremoti, incendi e alluvioni avvengono solo nell’1% dei casi. Al 99%, invece, troviamo spesso l’errore umano e i cyber attacchi.

In uno scenario di questo tipo, un approccio DRaaS permette di limitare le perdite, monitorando costantemente la mole di dati, testando periodicamente il ripristino e ripartendo velocemente in seguito a un attacco.

Prevenire è indispensabile, per cui è opportuno verificare il piano aziendale di Disaster Recovery e Business Continuity con un partner capace di eseguire un’analisi attenta dei rischi interni ed esterni, per stabilire uno schema d’azione efficace.

Vuoi saperne di più? Contatta subito i nostri professionisti.

Stai cercando di capire cosa sia la SECaaS – security as a service, e come funziona? Ecco una guida pratica in cui proviamo a rispondere alle principali domande di chi si avvicina per la prima volta a questo argomento.

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Cos’è la SECaaS

La Security as a service – SECaaS è ​​un servizio in outsourcing (risorsa esterna) che può essere richiesto da un’azienda a una terza parte per gestire la sicurezza negli ambienti di lavoro.

Nella sua versione basilare, un esempio di “sicurezza come servizio” consiste nell’utilizzo di un antivirus mediante rete Internet.

In effetti, “security as a service” vuol dire sicurezza distribuita, fornita mediante sistemi cloud, e questo include anche la gestione della sicurezza. Per questo, con la security as a service le numerose soluzioni di sicurezza disponibili non sono più interne all’azienda, per cui non ci sarà nessun reparto IT che installa software di protezione e altri strumenti su ogni macchina, rete o server utilizzato.

Al contrario, questo modello costoso viene superato, abbattendo i costi iniziali per l’hardware e le licenze software. La SECaaS, quindi, consente di usare gli stessi strumenti servendosi solo di un browser, in modo diretto e conveniente.

secaas

Esempi di security as a service

Le soluzioni offerte dalla SECaaS possono essere di varie tipologie, come espresso dalla Cloud Security Alliance. Vediamone alcune:

  • Monitoraggio continuo – Per gestire costantemente gli eventuali rischi, monitorando le operazioni di sicurezza.

  • Gestione dell’identità e degli accessi – Per autenticare in modo smart gli accessi, identificare gli strumenti di verifica e gestire gli utenti.

  • Gestione intrusioni – Per rilevare eventi e comportamenti insoliti con la tecnologia di riconoscimento dei modelli. Sono strumenti che rilevano e gestiscono le intrusioni

  • Network security – Per gestire l’accesso alla rete, proteggere, distribuire e monitorare i servizi di rete.

  • Security assessment – Per controllare le misure di sicurezza in atto e la loro conformità agli standard.

  • Security information e gestione degli eventi – Per aggregare informazioni di log ed eventi, analizzandoli in tempo reale e rilevare le anomalie.

SECaaS, come funziona?

Come qualsiasi modello basato sul cloud, la SECaaS funziona permettendo agli utenti di sfruttare le risorse messe a disposizione da un data center di terze parti, le quali vanno ad integrarsi con l’infrastruttura locale. La SECaaS funziona in combinazione con la IaaS – Intrastructure as a Service dal momento che l’hardware può essere messo a disposizione sul cloud con tutti gli strumenti di sicurezza già predisposti.

Anche se i sistemi di web security sono costosi, la gestione e formazione di personale interno sono ancora più costose. Per questo, le aziende che scelgono soluzioni di web security in cloud possono risparmiare centinaia di migliaia di euro e assicurarsi comunque un’ottima protezione.

La scelta del provider

Innanzitutto, per tutelarsi da rischi e intrusioni è necessario scegliere un fornitore di servizi affidabile. Esistono molti provider di cybersecurity avanzati: l’importante è valutare attentamente le soluzioni proposte prima di affidarsi a un determinato sistema. Infatti, se c’è una soluzione preesistente, abbandonarla e passare a un altro sistema può causare notevoli complicazioni.

In genere, tuttavia, i provider cloud mettono a disposizione un’unica dashboard da cui monitorare tutte le componenti dell’infrastruttura. Questo permette agli utenti autorizzati di gestire accessi, applicazioni antivirus e anti-malware, crittografia dei dati, monitoraggio e sicurezza delle email. Così le aziende possono dotarsi di efficaci sistemi di sicurezza in pochi minuti, configurando gli strumenti in base alle specifiche necessità.

Dal momento che vengono conteggiate solo le risorse effettivamente in uso, i costi sono molto ridotti rispetto all’implementazione interna dell’infrastruttura.

Perché investire nella SECaaS

Oltre ai benefici in termini di tempo e costi, la security-as-a-service offre molti altri vantaggi per aziende di ogni dimensione. Se le infrastrutture sono già state implementate localmente, potrebbe valere la pena chiedersi se scegliere una soluzione in cloud. Di seguito elenchiamo i principali vantaggi per chi investe nella SECaaS.

  • Ultime tecnologie sempre a disposizione. I provider cloud offrono ai clienti le tecnologie più recenti. Quindi, l’azienda non deve preoccuparsi d’inseguire gli aggiornamenti rilasciati dai produttori per mantenersi al sicuro.

  • Personale esperto. L’infrastruttura cloud è gestita da professionisti del settore. Per aziende di discrete dimensioni, avere degli esperti a disposizione per configurazioni e problemi tecnici può rivelarsi molto importante.

  • Implementazioni veloci. Installare e configurare un’infrastruttura aziendale può richiedere settimane. Invece, le stesse risorse possono diventare accessibili in pochi minuti tramite una dashboard in cloud.

  • Risorse alleggerite. Mediante una soluzione cybersecurity-as-a-service, le aziende non devono continuare ad acquistare risorse da installare in loco. Inoltre, possono risparmiare grazie ai servizi cloud e distribuire le risorse inutilizzate su nuovi progetti.

  • Risparmio economico. I servizi cloud comportano un enorme risparmio economico rispetto alla gestione locale. Infatti, pagare solo per le risorse effettivamente utilizzate abbatte le voci di costo per gestione e implementazione.

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Torna la detrazione fiscale videosorveglianza per il 2023: è il momento giusto per dedicarsi alla sicurezza di beni e persone. In questo articolo scopriamo quali sono le agevolazioni fiscali introdotte dalla legge di bilancio per videosorveglianza e allarmi, e come usufruirne.

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Molti stavano aspettando la conferma per il 2023, mentre alcuni pensavano che il bonus sicurezza sarebbe diventato legge definitiva. Quest’ultima ipotesi non si è ancora verificata, ma intanto è stato approvato il nuovo bonus fiscale che consente di ottenere una detrazione del 50% entro un limite di 96.000 euro.

Il bonus è richiedibile anche per acquisto e installazione d’impianti di allarme e videosorveglianza per abitazioni, come espresso dalla Legge di Bilancio del 30/12/2021 e in Gazzetta Ufficiale il 29/12/2022. La detrazione fiscale si ottiene mediante la dichiarazione dei redditi (il modello 730) o con il modello redditi.

Oggi, infatti, la questione della sicurezza e la protezione di beni e persone è senz’altro attuale e ci spinge a prevenire spiacevoli inconvenienti.

A chi è destinata la detrazione fiscale videosorveglianza?

Possono usufruire del Bonus Sicurezza 2023 tutti i cittadini assoggettati all’Irpef – Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. La detrazione può essere richiesta dai proprietari di abitazioni o unità immobiliari e da locatari. L’ambito è quello che concerne l’acquisto, installazione o sostituzione dei sistemi di sicurezza per la casa.

Detrazione fiscale videosorveglianza

Quali spese è possibile detrarre?

Di seguito alcune delle principali spese detraibili con il Bonus Sicurezza 2023:

  • Porte blindate;

  • Sistemi d’allarme;

  • Sistemi di videosorveglianza professionale a circuito chiuso;

  • Impianti antintrusione / antifurto;

  • Impianti d’evacuazione, antincendio e per controllo fumo.

Altre detrazioni richiedibili

Oltre alle già citate spese detraibili, il bonus può essere erogato anche per:

  • rafforzamento / sostituzione / installazione di cancellate o recinzioni murarie

  • apposizione / sostituzione di grate sulle finestre

  • porte blindate o rinforzate

  • apposizione / sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini

  • vetri antisfondamento

  • casseforti a muro

  • installazione delle saracinesche

  • tapparelle metalliche con bloccaggi.

Quali regole occorre rispettare per accedere al bonus?

Per accedere alla detrazione fiscale videosorveglianza è necessario rispettare alcuni criteri:

  • Il pagamento deve avvenire solo mediante bonifico parlante

  • Occorre essere in regola con i pagamenti di TASI / IMU

  • Impianto d’allarme e videosorveglianza devono essere installati da un esperto

  • Il richiedente dev’essere un privato cittadino assoggettato all’IRPEF

  • La Dichiarazione dei Redditi deve riportare la spesa e i dati catastali dell’immobile in cui è installato l’impianto

  • Bisogna conservare tutti i documenti relativi, che potrebbero essere utilizzati durante un eventuale controllo.

Hai dubbi o vuoi maggiori informazioni per accedere al bonus? Se hai già letto il nostro articolo su come difendersi dalle intrusioni, puoi contattarci direttamente da questa pagina.

Portierato e vigilanza per le aziende, le regole d’oro da seguire

Come abbiamo visto in un precedente articolo, il portierato per le aziende rientra tra i cosiddetti servizi di vigilanza non armata. Le parole-chiave per un buon servizio di portierato aziendale sono senza dubbio accoglienza e attenzione. Vediamo, nello specifico, quali sono le regole per un portierato efficiente in aziende, attività commerciali, enti ed edifici commerciali.

1. Scegliere di affidarsi al portierato

Il portierato (o guardiania) riguarda le attività svolte da un’apposita figura professionale, il portiere, al quale vengono affidati vari compiti. Tra questi figurano il filtraggio di ingressi e uscite dello stabile, il ritiro di posta o pacchi e la loro distribuzione, senza dimenticare la manutenzione e sorveglianza degli ascensori.

Poiché il servizio di portierato include attività come il ritiro della corrispondenza e la gestione generale dell’edificio, diventa indispensabile nei grandi stabili dove sono presenti uffici, studi professionali e attività private.

2. Rendere il servizio di portierato e vigilanza efficiente

In base ai diversi contesti, il portierato può includere mansioni implementate o ridotte, che saranno specificate nella stesura del contratto di portierato. Questa professione è infatti regolata da specifiche norme del Codice Civile e da leggi in materia.

Il portiere ha inoltre l’obbligo di assicurare affidabilità attraverso una precisa documentazione, da presentare prima della sua assunzione. Le sue caratteristiche dovranno inoltre essere verificate subito. Infatti, per svolgere i normali servizi di portierato non sono necessarie autorizzazioni prefettizie, tuttavia è bene far svolgere queste mansioni da personale qualificato.

portierato e vigilanza

3. Predisporre la strumentazione per il portierato fiduciario

Nel caso del portierato fiduciario, il personale dev’essere anche in grado di gestire le prime fasi di rischio attivando le procedure necessarie in base alla circostanza, e strutturando la reazione alle situazioni di emergenza.

A tal scopo, nelle apposite postazioni si trovano, generalmente, i terminali degli apparati di emergenza e rilevamento. Un esempio? I rilevatori per incendio, fumo e gas, anti-intrusione e non solo.

4. Scegliere un buon servizio di portierato

Il portierato garantisce senza dubbio notevoli vantaggi tra cui:

  • maggiore sicurezza nell’edificio;

  • ordine e pulizia;

  • figura professionale che cura la corrispondenza con discrezionalità e riservatezza;

  • possibilità di risolvere problematiche relative a manutenzione, malfunzionamenti o guasti.

Proprio per questo, un’altra regola fondamentale è quella di affidarsi a un servizio di portierato davvero efficiente. Specialmente quando parliamo di portierato fiduciario, oltre alle mansioni più tradizionali e alle operazioni di reception, i professionisti scelti rivestono un ruolo considerevole in caso di emergenza.

Sappiamo, infatti, che il personale di vigilanza dev’essere in grado di gestire le prime fasi delle situazioni di crisi, diventando un punto di riferimento in caso di pericolo. Per questo, non dovresti affidarti a un’agenzia qualunque ma a un servizio affidabile, dopo aver valutato le credenziali e l’attendibilità del servizio scelto.

Vuoi approfondire l’argomento? Contattaci.

Protezione aziendale, scopri i 6 step per rendere la tua azienda più sicura e a prova di pericoli

Quando parliamo di attenzione verso le aziende e protezione aziendale, non possiamo che partire dalla sicurezza, un elemento fondamentale per azioni di tutela e protezione imprese pubbliche e private.

La sicurezza non è solo correlata, come si potrebbe pensare, ai pericoli imminenti o ai furti fisici o d’identità. Questa può riguardare, infatti, anche pericoli naturali come incendi e fughe di gas. Per questo, nel corso degli anni sono state sviluppate tecnologie avanzate in grado di prevenire i pericoli.

Quindi, oggi con i mezzi a nostra disposizione possiamo rendere le attività sempre più sicure, e solo dei criminali molto esperti riuscirebbero a superare tutte le protezioni senza conseguenze.

A questo punto, potremmo chiederci: da dove partire per definire efficaci sistemi di protezione aziendale? Ecco 6 consigli indispensabili per mettere tutto in sicurezza.

1. Videosorveglianza

Grazie a sistemi di videosorveglianza più o meno sofisticati è possibile tutelare e proteggere la propria azienda. Inoltre, oggi una valida tecnologia non è necessariamente molto costosa, grazie al costante progresso. Le videocamere di sorveglianza, anche chiamate “occhio di falco”, possono registrare ogni movimento, e prevenire anche i furti provenienti dal personale, oltre che da persone esterne alla struttura.

Attenzione però alle normative in merito alla tutela della privacy: i lavoratori hanno alcuni diritti insidacabili a cui bisogna adeguarsi. Tuttavia, grazie ad opportune strategie è possibile comunque monitorare gran parte dei luoghi cruciali in cui potrebbero verificarsi furti o altre azioni criminose.

2. Cancelli con codice per la protezione aziendale

Altra soluzione indispensabile: dotarsi dei dispositivi di automazione per i cancelli è una strategia molto efficace. In questo modo, gli strumenti adoperati sono in grado di riconoscere e registrare gli ingressi sul luogo di lavoro. Per verificare o autorizzare un accesso, basta fornire un codice numerico o premere il tasto di un telecomando.

protezione aziendale

3. Timbro cartellini

Timbrare il cartellino non serve solo a registrare le ore effettive di lavoro. Un sistema di controllo accessi e gestione presenze, infatti, è la soluzione più semplice per una corretta protezione dell’azienda. Mediante i cartellini si riesce a tenere sotto controllo gli accessi e individuare facilmente chi non è autorizzato ad entrare.

4. Incendi ed evacuazione della struttura

Per garantire l’incolumità della struttura e la salute dei dipendenti occorre prevenire anche le fughe di gas o incendi. Per questo oggi è obbligatorio installare impianti di rilevazione incendio e illuminazioni di sicurezza. Così ci si protegge da eventi imprevisti e pericolosi.

Inoltre, per prevenire l’esplosione di un incendio, occorre essere pronti a intervenire garantendo l’evacuazione della struttura e mantenendola in ordine e protetta. A tal fine, delle esercitazioni mirate per il personale potrebbero risultare molto utili.

5. Sistemi di allarme

Gli impianti di allarme antintrusione sono l’ABC della sicurezza per abitazioni o uffici. Si tratta di apparecchi capaci di avvertire le persone vicine mediante il suono di una sirena o allertare le autorità competenti o un servizio di sorveglianza. Prima entrare in azienda, tuttavia, è bene ricordarsi di disattivare l’impianto per evitare allarmi inutili.

6. Big data

Anche preservare i dati aziendali ed evitare danni informatici è fondamentale. Per fortuna, come in altri casi, i sistemi di protezione sono sempre più aggiornati e offrono numerosi strumenti disponibili per proteggere le aziende e i loro clienti da furti di dati sensibili e hackeraggi.

Esistono poi tecnologie per la sicurezza informatica in grado di proteggere anche i sistemi Wi-Fi per mettere a proprio agio gli ospiti aziendali. A causa della loro efficacia, questi dispositivi sono ormai un must tra i dispositivi più importanti da utilizzare in ufficio.

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​Sicurezza fisica e sicurezza informatica, differenze e punti d’incontro: come possono cooperare? Scopriamolo insieme

Benché esistano evidenti differenze, la sicurezza fisica e quella informatica hanno molti più punti in comune di quanto si pensi. Eppure, tutte le grandi organizzazioni generalmente separano il team dedicato alla sicurezza fisica dalla squadra di esperti informatici che lavorano sulla cybersecurity. Questo perché, anche se entrambi i team proteggono l’azienda con un focus specifico su determinate procedure, le modalità con cui vigilano sono differenti.

Normalmente, qualsiasi sistema di protezione costituisce un ostacolo per ridurre il rischio di minacce esterne. Eppure, se non si comprende quale possa essere il fattore di rischio, provvedere a un sistema di protezione può apparire come un fastidio o un’inutile voce di spesa.

È su questo piano che si verificano più spesso gli scontri tra i team OT (Operations Technology) e IT (tecnologia informatica). Tra le differenze più comuni, ad esempio, c’è il fatto che l’OT mette in risalto la fruibilità rispetto a riservatezza, privacy e integrazione delle risorse. L’IT, invece, si focalizza sulla privacy.

Cybersecurity e sicurezza fisica

Comprendere i rischi correlati alla sicurezza fisica è abbastanza semplice. Ad esempio, le porte aperte aumentano il rischio di accesso delle persone non autorizzate.

E spesso, i senior analyst della sicurezza informatica lavorano all’interno di società che sviluppano anche prodotti dedicati alla sicurezza fisica. Quindi, il modo in cui vengono gestite la sicurezza fisica e quella informatica si assomiglia. Entrambi i team preposti, allora, dovranno applicare gli stessi principi:

  • Identificare ed elencare i beni e le risorse aziendali (cosa occorre proteggere)

  • Identificare le possibili minacce (da chi occorre proteggerlo)

  • Individuare le eventuali vulnerabilità (probabilità di subire violazioni)

  • Identificare il costo atteso di eventi negativi o spiacevoli (conseguenze delle violazioni)

Bisogna poi ricordare che, in ogni caso, il livello di rischio è definito dalla probabilità con cui una minaccia può verificarsi, moltiplicata per le conseguenze dannose che può arrecare. Stabilita la risposta, si passa a stabilire cosa fare per prevenire i possibili effetti negativi.

Sicurezza fisica e informatica

Consapevolezza di beni e risorse

Quando ci riferiamo a sistemi di video-sorveglianza, la risorsa da considerare è il feed di informazioni video proveniente dalla telecamera. L’asset sono le registrazioni presenti nel Sistema di gestione video (VMS). In genere l’accesso è controllato con le credenziali fornite agli utenti. Altri asset da considerare sono quindi gli account con le loro password, nonché le configurazioni, i sistemi operativi, firmware, software e dispositivi connessi. Ciascuno presenta classificazioni differenti che dipendono dalla rilevanza nel sistema e dall’esposizione ai rischi.

I rischi più comuni

Spesso, la più grande minaccia a un sistema di sorveglianza è l’uso errato (deliberato o accidentale) di chi può accedervi liberamente. La scarsa protezione può spingere i dipendenti a visualizzare contenuti non autorizzati, o a cercare di sistemare a modo proprio la situazione, provocando una falla nel sistema.

Parlando di cybersecurity, un altro rischio molto comune è quello di subire danni all’hardware. Frequentemente i sistemi di sorveglianza vengono sabotati da chi non vuole essere sorvegliato, e i servizi online possono essere manipolati per divertimento. Inoltre, forze esterne possono provare a spiare i dispositivi presenti all’interno della rete di una specifica organizzazione. Queste minacce non sono differenti dai rischi fisici, perché l’impatto effettivo e il valore delle loro conseguenze sono identici.

Le vulnerabilità

Nell’ambito della sicurezza fisica, porte e finestre costituiscono delle vulnerabilità. Ovvero, sono dei punti d’accesso all’edificio. Le mura e reti di protezione hanno anch’esse delle vulnerabilità, poiché è possibile violarle con la forza o attraversarle.

Lo stesso vale per i software. Il rischio dipende dall’eventuale sfruttamento di una vulnerabilità informatica e dal suo impatto negativo. Per proteggere l’azienda è possibile agire aggiungendo ostacoli (come la crittografia) o riducendo i costi di recupero (es. eseguendo backup di dati).

E la cybersecurity non riguarda solo gli attacchi sofisticati di cui si parla sui giornali. La maggiore preoccupazione proviene dai difetti delle loro interfacce. Ciononostante, la maggiore vulnerabilità può essere connessa all’assenza di consapevolezza, regolamenti, procedure e processi di sicurezza. Occorre stabilirli in anticipo, applicarli e scegliere bene i professionisti a cui ci si affida, prima di acquistare prodotti e servizi.

Gli impatti negativi

I sistemi video non gestiscono transazioni finanziarie o dati, e per questo hanno uno scarso valore per i cyber criminali.

Bisogna quindi estendere l’analisi delle possibili minacce per comprendere l’ammontare dei danni di un potenziale attacco. I sistemi violati possono diventare una minaccia anche per altri sistemi di sicurezza ad essi collegati.

Stimare i costi non è così semplice, e sfortunatamente, accade spesso che le aziende se ne rendano conto quando l’attacco è già avvenuto e bisogna porre rimedio.

Come in altri ambiti, nel settore della sicurezza ottieni tanto quanto paghi. E se vuoi spendere poco, potresti ritrovarti a perdere molto di più a lungo termine. Per questo, richiedere una sessione di consulenza con dei professionisti affidabili può indirizzarti sulla strada migliore per prevenire e fronteggiare eventuali violazioni. Sia nell’ambito della sicurezza fisica, che di quella informatica. Hai dubbi? Parlane con noi.

Sicurezza fisica, trend e dinamiche di mercato nell’ultimo report di Marketsandmarkets

Secondo recenti studi, il mercato della sicurezza fisica crescerà dai 102,7 mld di dollari del 2021 fino a circa 140 mld di dollari entro il 2026 (con CAGR del 6,4% nel periodo osservato). Sono queste le stime ricavate dai dati dell’indagine di Marketsandmarkets relativa al valore della sicurezza fisica a livello mondiale.

Tra i diversi fattori che influenzano la crescita, gli esperti evidenziano l’incremento dell’attività terroristica, le violazioni della sicurezza dei sistemi fisici, l’utilizzo sempre più diffuso delle telecamere IP per la videosorveglianza e l’aumento di minacce informatiche per i sistemi di sicurezza fisica. L’incremento maggiore potrebbe verificarsi nel commercio al dettaglio, che comprende numerosi soggetti, dai rivenditori ai produttori, fino ai vari canali di distribuzione per arrivare ai consumer.

Sistemi integrati: il futuro della sicurezza

Il passaggio dai vecchi sistemi TVCC alla sorveglianza combinata con potenti sistemi di analisi video consentiranno, per esempio, il conteggio delle persone, la creazione di mappe di calore, e l’analisi delle zone che generano più traffico. Questo aiuterà settori come quello del retail non solo a proteggere gli spazi, bensì anche a migliorare il volume di vendite e la redditività complessiva.

Invece, le maggiori sfide evidenziate dal report sono costituite dalle componenti logiche e fisiche per l’integrazione con sistemi di sicurezza. Sarà interessante capire come avverrà la combinazione delle diverse applicazioni di sicurezza fisica. Ad esempio, l’utilizzo per il controllo degli accessi mediante applicazioni di sicurezza logica, costituite dai software d’identificazione biometrica, incluse in sistemi integrati completi.

sicurezza fisica

 

Convergenza e tecnologie intelligenti

Grazie a questa convergenza, le organizzazioni a livello mondiale potranno migliorare notevolmente l’efficienza e la completezza delle proprie infrastrutture pensate per la sicurezza. L’integrazione con sistemi di sicurezza presenta indubbi vantaggi, tuttavia occorrerà ancora attendere. Si tratta di una sfida complessa che, secondo gli analisti, grazie all’ingresso nel mercato di un maggior numero di società, potrebbe essere superata senza troppi problemi in futuro.

E non basta, perché di convergenza, integrazione, tecnologie intelligenti, logistica, cybersecurity, privacy e altro ancora si è parlato tanto quest’anno. Per il 2023, invece, le prospettive di crescita restano incoraggianti, ma l’evoluzione dei sistemi integrati resta ancora tutto da scrivere, soprattutto nell’ambito della sicurezza fisica.

Sei interessato all’argomento? Contatta i nostri specialisti.

Oggi il furto in azienda è sempre più diffuso e può impattare negativamente sulla produttività. Come difendersi?

Oggi come non mai, per proteggere la propria impresa, è essenziale rivolgersi a professionisti del settore in grado di suggerire le soluzioni migliori. Infatti, nonostante la percezione comune, il furto in azienda è un fenomeno incredibilmente diffuso.

Di solito si parte dall’idea che i furti siano commessi da clienti o ladri, mentre, la minaccia può venire anche dall’interno, e dai dipendenti dell’azienda, che potrebbero sottrarre beni costosi con appropriazioni illecite.

Si stima, infatti, che il materiale rubato:

Tuttavia, i dipendenti che commettono furti possono andare incontro a pesanti sanzioni, ad esempio il licenziamento per giusta causa. La sanzione viene applicata in presenza di prove inconfutabili nei confronti dei dipendenti disonesti.

Proteggere la propria azienda non è un optional

A causa dell’ampia diffusione del fenomeno, occorre tutelarsi a monte contro ogni tipo di rischio, perché può risultare più dispendioso porre rimedio che investire sulla prevenzione. Inoltre, il furto in azienda coinvolge tanti tipi d’imprese differenti e non è circoscritto a singole nicchie. Come dire: nessuno è al sicuro.

Infatti, azioni illecite di questo tipo colpiscono la maggior parte delle imprese indipendentemente da fatturato e dimensioni. Generalmente, inoltre, vengono maggiormente colpite le imprese di tipo commerciale.

Questo fenomeno è molto dannoso perché mina la redditività, e viene compromesso il clima di fiducia legato all’azienda stessa. Come difendersi, quindi? Scopriamolo insieme nel prossimo paragrafo.

5 consigli per prevenire i furti in azienda

Ogni azienda deve avere il suo impianto di sicurezza (anche più di uno). Ed è importante che sia aggiornato e basato su una tecnologia valida. Oggi non c’è che l’imbarazzo della scelta: i sistemi per prevenire un furto in azienda sono numerosissimi.

Vediamo, quindi, 5 consigli utili per proteggere i beni aziendali:

  1. Installare un sistema di videosorveglianza per scoraggiare atti criminosi. Occorre mettere in sicurezza tutti i punti facilmente utilizzabili dai ladri, tra cui finestre, porte e perimetri esterni. Per quanto riguarda il controllo dei dipendenti tramite videocamere nascoste, è proibito e può essere consentito solo previo accordo con Sindacati e Ispettorato del Lavoro;
  2. Dotarsi di sensori di movimento per la segnalazione della presenza di intrusi;
  3. Controllare gli accessi interni ed esterni dell’azienda, per proteggere dipendenti e beni aziendali presenti nella struttura;
  4. Utilizzare un sistema di sicurezza con nebbiogeno. Questo sistema rilascia una nebbia artificiale atossica che impedisce la visibilità per eventuali intrusi. In questo modo, non riusciranno a scappare e rimarranno bloccati fino all’arrivo delle forze dell’ordine;
  5. Definire un controllo periodico sui sistemi di sicurezza: videocamere e sistemi antifurto devono essere sempre aggiornati e correttamente posizionati.

In conclusione

La problematica del furto in azienda è in costante ampliamento negli ultimi anni. Vandalismi, ingressi non autorizzati e furti sono problemi che influiscono negativamente. Per scoraggiarli, però, è possibile chiedere la consulenza di esperti del settore.

I professionisti della sicurezza, infatti, possono individuare, a fronte della propria esperienza e dello stato dell’azienda, la soluzione migliore per mettere in atto politiche di protezione.
Inoltre, richiedere una consulenza specializzata offre la possibilità di creare un ambiente di lavoro più sicuro e controllato.

Anche tu hai bisogno di tutelare la tua azienda? Contattaci.

Come difendersi dalle intrusioni in casa indesiderate ed evitare spiacevoli sorprese? Scopriamolo insieme

Che si tratti di un vicino malintenzionato o di un vero e proprio ladro, la sicurezza in casa è fondamentale, specialmente in assenza dei proprietari. Per questo occorre una buona strategia di prevenzione per le intrusioni in casa e adottare la giusta dose di precauzioni.

Con l’arrivo dell’estate, infatti, spesso si lascia campo libero ai furti nelle abitazioni. Mentre si è in vacanza, e quindi lontani dalla propria abitazione, diventa molto più semplice per dei criminali introdursi in appartamenti e ville.

In un precedente articolo abbiamo parlato di come difendere le case isolate dai furti: stavolta, invece, vediamo in che modo avvengono le intrusioni e come difendersi dalle visite spiacevoli di estranei in casa.

Cerchiamo di applicare, allora, alcuni semplici consigli per tutelare la propria abitazione, partendo dalla consapevolezza dei metodi più comuni utilizzati per entrare in un’abitazione.

Metodi usati per introdursi in casa

Spesso i malviventi sono facilitati dalle vulnerabilità delle abitazioni dovute alla fragilità dei serramenti (es. le porte dei garage), oppure dalla mancanza di sistemi d’allarme e da una collocazione che aumenta la facilità nell’intrusione e nella fuga (es. appartamenti nei piani più bassi, accessi non protetti e simili).

Quindi, ladri e malintenzionati possono introdursi nelle case e appartamenti in diversi modi:

  • attraverso pozzi luce e finestre della cantina;
  • da balconi, terrazze e tetti di facile accesso;
  • tramite forzatura di porte prive dei dispositivi di sicurezza;
  • dai vetri rotti delle finestre e porte;
  • grazie alle disattenzioni (porte o finestre lasciate aperte, chiavi all’ingresso e simili)

Per evitare situazioni spiacevoli, è necessario che la tua abitazione non presenti nessuna di queste vulnerabilità.

Cosa fare in caso di attacco frontale

Se il malintenzionato è entrato e ha intenzione di colpirti, prova a proteggerti in questo modo:

  • Se armato, cerca di fargli capire che non lo ostacolerai, dandoti alla fuga o dirigendoti piano verso un punto in cui puoi chiedere aiuto;
  • Se non armato, o armato con armi bianche (es. mazze e simili), segui questi passaggi:

Proteggi il volto mettendo le mani sulla fronte e stringi le braccia al petto per tutelare volto e costole, due punti particolarmente vulnerabili;

Tieni le gambe larghe, con i piedi in diagonale uno rispetto all’altro. Questo ridurrà la probabilità di essere atterrato o spinto. Inoltre hai maggiori possibilità di vincere uno scontro e scappare se starai in piedi. Evita in tutti i modi di farti mettere a terra.

Dai un calcio all’inguine di un aggressore uomo. Con una ginocchiata diretta riuscirai a mettere fuori gioco il tuo aggressore con una sola mossa efficace

I consigli della Polizia

Anche la Polizia Cantonale ha stilato un elenco di consigli per rendere la propria abitazione più sicura ed evitare intrusioni in casa.

Vediamoli di seguito:

  • chiudere con cura porte e finestre se uscite di casa;
  • non lasciare indizi della propria assenza (es. posta accumulata, messaggi nella segreteria telefonica);
  • lasciare oggetti di valore al sicuro nella cassetta di sicurezza di una banca;
  • non nascondere le chiavi di casa sotto lo zerbino, nella cassetta della posta o in un vaso;
  • illuminare la casa.

Inoltre, per lasciare il dubbio della propria presenza in casa è meglio utilizzare un sistema d’illuminazione temporizzata. Un altro consiglio utile, poi, è quello di rivolgersi a un vero esperto.

Contattare un esperto di sicurezza

A prevenire le intrusioni in casa ci pensa la valutazione dei rischi da parte di un professionista della sicurezza, che può individuare gli interventi da effettuare nelle case più esposte e vulnerabili.

Anche un’azienda specializzata nei sistemi antifurto potrà indicarti diverse tipologie di allarme adatte allo scopo (con cablato o wireless, collegato alla linea fissa o mobile, con sensori di prossimità o perimetrali). In aggiunta, potrà fornirti una stima dei prezzi che tenga conto della metratura dell’abitazione e di altre caratteristiche. Un investimento sul futuro, perché la propria sicurezza non ha prezzo.

Vuoi rendere più sicura la tua casa ed evitare pericoli? Richiedi il preventivo di un professionista.