Oggi più che mai, le aziende devono adeguarsi a nuove procedure come quelle relative a Disaster Recovery e business continuity. I dati, infatti, sono diventati il bene più prezioso per ogni azienda, e perderli o non accedervi è un grave danno. Vediamo quindi in cosa consiste il DRaaS e come strutturare un piano di disaster recovery per la protezione delle risorse.
Indice
- Disaster recovery as a service (DRaaS)
- Cosa sono Disaster Recovery e Business Continuity?
- Non basta un semplice backup
- DRaaS: come funziona e come introdurlo
- DRaaS: i vantaggi
- Come il DRaaS può limitare le perdite
Disaster recovery as a service (DRaaS): le basi
Pensiamo all’improvvisa perdita dei dati in una grande azienda per cause accidentali. Basta una sola ora di stop per cominciare a perdere migliaia, e perfino milioni di euro. È importante che la ripresa avvenga in tempi rapidi, e in questo contesto s’inserisce il DRaaS (Disaster Recovery as a Service).
Il Disaster Recovery as a Service è una tipologia di servizio che offre alle organizzazioni di varie dimensioni la possibilità di mettere al riparo una copia dei dati e ripartire con un’infrastruttura secondaria se la prima viene danneggiata. Durante il ripristino dei server aziendali, sarà ancora possibile eseguire i programmi dall’ambiente di Disaster Recovery, riducendo così il periodo d’inattività. Dopo il ripristino del data center centrale, inoltre, i dati verranno trasferiti e ripristinati completamente.
Cosa sono Disaster Recovery e Business Continuity?
Oggi molte aziende non sanno cos’è, nel concreto, il Disaster Recovery. Nel settore dell’informatica, il DR è l’insieme di azioni volte al ripristino di dati, sistemi, software e infrastrutture. E riguarda, proprio per questo, l’erogazione di servizi alle imprese (o ad associazioni ed enti) dopo il verificarsi di gravi criticità che hanno bloccato il flusso di lavoro.
La Business Continuity è invece, nell’ottica di una cyber security, la garanzia di continuità operativa per l’azienda che subisce il danno, nell’ottica di una ripresa rapida per reagire alle criticità.
Non basta un semplice backup
Come ci dicono costantemente la stampa e i telegiornali, i cyber attacchi sono sempre più frequenti su scala mondiale. Cercare una soluzione quando il fatto è già avvenuto non è sempre possibile. Per questo, avere cura dei dati aziendali mediante una strategia e un piano già testato è fondamentale.
Sono numerose le aziende che scelgono soluzioni in cloud “pubblico” (es. Alibaba Cloud, AWS, Google Cloud, IBM Cloud e Microsoft Azure) perché vengono considerate più gestibili. Tuttavia, una delle criticità di queste soluzioni consiste nella connettività che collega l’azienda al cloud. E il public cloud non consente sempre di avere il controllo completo dell’infrastruttura, o di garantire una buona prestazione delle procedure.
Con una soluzione personalizzata invece, meglio se ibrida, l’azienda può incrementare il business ed evolversi in modo sicuro. A tale scopo, il DRaaS è una delle soluzioni migliori. Scopriamo insieme perché.
DRaaS: come funziona e come introdurlo
Un buon piano di DRaaS è articolato perché coinvolge insieme persone, processi, strutture e tecnologie. Si tratta di un’unica soluzione che incorpora hardware, software, procedure e servizi e permette all’azienda di non fermarsi in caso di gravi problematiche.
Tutto comincia dall’analisi dell’infrastruttura, della mole di lavoro e della tipologia di business. Segue una bozza preliminare del piano di ripristino dei dati, con una strategia di sviluppo del piano di Disaster Recovery e business continuity, nonché la formazione dei dipendenti. Il piano, infatti, deve includere anche le attività da realizzare in caso di attacco all’infrastruttura.
I primi minuti dopo l’attacco sono quelli più delicati. Se il personale ignora le procedure da seguire, si rischia di creare danni maggiori o generare reazioni a catena. Quindi, ogni dipendente deve sapere esattamente come agire. Ed è importante avere una strategia per testare, modificare e controllare costantemente il piano di difesa e ripristino.
DRaaS: i vantaggi
Affidare questi servizi a un partner IT significa essere sicuri di avere sempre un piano aggiornato e un servizio di tutela che monitora costantemente l’infrastruttura.
Inoltre, sfruttando un modello economico molto utilizzato (il cosiddetto pay per use) non è indispensabile acquistare l’infrastruttura. Basta pagarla “a consumo” solo per il reale utilizzo delle risorse erogate. Il partner IT fornisce il servizio secondo modelli predefiniti, offrendo protezione per i dati e un aggiornamento costante dell’infrastruttura.
Rispetto a unvirtual data center o cloud pubblico, un piano DRaaS può includere:
- progetto basato su esigenze specifiche
- infrastruttura dedicata presso data center aziendale o in colocation
- policy personalizzate
- controllo risorse e servizi di aggiornamento, monitoraggio e manutenzione
- utilizzo delle risorse dell’infrastruttura anche per altre finalità (es. test e sviluppo, gestione di downtime programmati ecc.).
L’obiettivo è quello di creare un modello completo d’infrastruttura e servizi.
Come il DraaS può limitare le perdite
I grandi disastri non sono soltanto di tipo ambientale, perché terremoti, incendi e alluvioni avvengono solo nell’1% dei casi. Al 99%, invece, troviamo spesso l’errore umano e i cyber attacchi.
In uno scenario di questo tipo, un approccio DRaaS permette di limitare le perdite, monitorando costantemente la mole di dati, testando periodicamente il ripristino e ripartendo velocemente in seguito a un attacco.
Prevenire è indispensabile, per cui è opportuno verificare il piano aziendale di Disaster Recovery e Business Continuity con un partner capace di eseguire un’analisi attenta dei rischi interni ed esterni, per stabilire uno schema d’azione efficace.
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