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Si terrà a Fiera Milano dal 13 al 15 novembre prossimo “Sicurezza 2019″, l’evento internazionale B2B dedicato al mondo della sicurezza che si ripete ogni due anni.

La manifestazione sarà un’importante vetrina per i top player di mercato che mostreranno le soluzioni più innovative in tema di security & fire.

Giuseppe Garri, Exhibition Manager SICUREZZA Fiera Milano, ha presentato l’iniziativa ricordando il successo riscosso dall’edizione precedente:

Quest’edizione nasce sulle ottime premesse dell’edizione 2017 in cui le aziende espositrici sono cresciute del 40%, la superficie espositiva del 30% e abbiamo contato quasi 26mila visitatori.

In Italia il settore Sicurezza ha, difatti, registrato, tra il 2016 e il 2017, incrementi del 7,5% con le importazioni in aumento del 10,2%, i sistemi di controllo a circuito chiuso cresciuti del 14,8%, ed un 6,6% di incremento per quanto riguarda le esportazioni.

Gli operatori del settore sono pertanto chiamati a confrontarsi con un mercato in costante divenire in cui sono sempre più̀ numerose le sfide per il settore security.

L’internazionalizzazione è la chiave di svolta.

Grazie al roadshow internazionale volto a rafforzare la conoscenza all’estero della fiera e ad attrarre top hosted buyer all’evento, l’edizione 2019 sarà un’occasione propizia per interfacciarsi con i rappresentanti di maggiore rilievo del settore security a livello europeo.

Dopo la Romania e gli Emirati Arabi, la manifestazione sarà presentata a Londra dal 18 al 20 Giugno, dove verranno presentati gli obiettivi dell’edizione 2019 e le opportunità che il mercato italiano può offrire in ambito security & fire. 

Sicurezza 2019: sempre più spazio a formazione e aggiornamento professionale

Durante l’evento sarà dato ampio spazio ai momenti di formazione in cui esperti del settore proporranno le loro strategie di sicurezza.

In particolare, quello della privacy sarà tra i temi al centro dell’offerta formativa della manifestazione: gli ultimi sviluppi normativi in merito al GDPR hanno enormemente modificato skills e competenze richieste per chi si occupa di progettazione ed installazione di sistemi di sicurezza.

L’aggiornamento professionale è, quindi, di fondamentale importanza per poter essere capaci di suggerire soluzioni integrate in cui vengano rispettate le diverse normative vigenti.

Il futuro della sicurezza verso l’intelligenza artificiale.

Il futuro dei sistemi di sicurezza sarà sempre più orientato verso l’utilizzo di intelligenza artificiale e soluzioni avanzate di tracciabilità e riconoscibilità sulla base di dati univoci come quelli biometrici.

Il ricorso a tali tecnologie renderà i sistemi di sicurezza sempre più performanti ed adattabili alle esigenze di ogni contesto, ma parallelamente porrà il problema della vulnerabilità delle informazioni, che essendo sempre più digitali saranno maggiormente a rischio di attacchi hacker.

Oltre il tema della privacy, anche quello della Cyber security sarà quindi tra gli argomenti centrali della fiera internazionale, in cui sono già confermate le presenze dei brand leader dei differenti comparti.

 

Un argomento particolarmente sentito all’interno degli Istituiti di Vigilanza Privata riguarda l’opportunità di poter impiegare le proprie guardie particolari giurate in servizi di sicurezza all’estero.

A tal proposito nell’ottobre 2018 è stata presentato alla Camera dei Deputati la proposta di legge a firma Lollobrigida, Deidda, Ferro “Disposizioni in materia di impiego delle guardie giurate all’estero”, ora assegnata alla commissione Affari costituzionali.

Tale DDL sottolinea la volontà di poter usufruire di guardie giurate provenienti da Istituti di Vigilanza italiani per la protezione delle merci e dei valori delle imprese pubbliche e private operanti in territorio estero ogni qualvolta ne sia necessario, vista l’attuale impossibilità di utilizzare operatori italiani per presidiare asset su suolo straniero.

L’attuale ordinamento infatti non prevede la suddetta circostanza, costringendo molte aziende italiane presenti all’estero a ricorrere a grandi società di sicurezza privata di matrice anglosassone, russa, israeliana, cinese per difendere uomini e produzione.

Ciò causa una grave perdita economica sia per lo Stato sia per gli Istituti di Vigilanza che potrebbero così aprire la strada verso il mercato estero, avvalendosi di un notevole vantaggio competitivo.

Nell’introduzione alla proposta di legge si può leggere infatti come:

Considerando che il 60 per cento delle attività lavorative delle imprese italiane si svolge in tutto o in parte fuori dal territorio nazionale, la maggior parte delle imprese che operano all’estero è costretta a ricorrere a compagnie di Paesi stranieri, la cui legislazione nazionale prevede la figura professionale del security contractor quando si trovano in contesti ad alto rischio.

L’adozione di operatori provenienti da Istituti di Vigilanza italiani introdurrebbe in Italia un mercato il cui valore a livello mondiale conta circa 200 miliardi di euro.

Per tali ragioni sono molteplici le associazioni di vigilanza privata che approvano tale proposta di legge come L’Associazione italiana vigilanza e servizi fiduciari il cui presidente, Maria Cristina Urbano, ha messo in risalto i possibili rischi ai quali si potrebbe incorrere non aprendosi a tale settore, uno tra tanti l’impossibilità di offrire un interessante sbocco lavorativo per militari di carriera in congedo.

L’unica parziale eccezione, recentemente prevista dalla legislazione italiana, è data dal servizio di antipirateria marittima, svolto da istituti di vigilanza autorizzati, regolato dall’articolo 5 del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 130. Esso dimostra come le guardie particolari giurate siano già impegnate egregiamente nel servizio di antipirateria e come quindi il loro impiego all’estero non possa che essere in continuità con tale best practice.

Federsicurezza, la federazione del settore della vigilanza e sicurezza privata, ha redatto l’annuale Report sui servizi di sicurezza offerti dalle molteplici aziende presenti sul territorio italiano.

Dalla ricerca emerge la presenza di 1339 imprese che operano nel settore della sicurezza privata in Italia.

Il Presidente di Federsicurezza, Luigi Gabriele, ha sottolineato come bisogni innanzitutto riconoscere che il termine vigilanza privata sia ormai obsoleto, e che sia più lecito discutere di sistemi di sicurezza integrata, in cui ciascuno possa concorrere con la sua professionalità specifica.

Tale report va però a sottolineare una situazione particolarmente delicata nell’ambito della security.

Il Report sottolinea un crescente dislivello tra le diverse imprese che si occupano di sicurezza.

Difatti la ricerca ha evidenziato come un’elevata quota di mercato sia detenuta da determinate aziende a discapito di molte micro realtà che invece non riescono a progredire.

Ciò è amplificato anche dal difficile processo di riqualificazione, professionalizzazione e rivitalizzazione del settore sicurezza a causa della difficoltà delle Istituzioni di controllare efficacemente la regolamentazione di tale settore, ne è un esempio esplicito l’uso indiscriminato del portierato anche su servizi esclusivi della vigilanza armata.

A tal proposito, per cercare di arginare l’abusivismo diffuso, ad aprile 2019 è stata diffusa dal Capo della Polizia una circolare che specifica come l’esercizio di attività esclusive della vigilanza privata da parte di portierati concretizzi a tutti gli effetti il reato di abusivismo, punibile anche penalmente richiedendo necessariamente la presenza di Guardie particolari Giurate debitamente formate.

Dal Report emerge inoltre la questione sul fatturato in ambito di security.

In tal senso a discapito di un fatturato complessivo di 3,5 miliardi di euro, il sud Italia risulta penalizzato detenendo solo il 22,6% del fatturato nazionale anche avendo il 47,5% delle imprese della vigilanza italiana.

Tuttavia la ricerca ha evidenziato come la domanda di sicurezza continui ad essere molto presente.

Ciò è sottolineato dal 33,7% delle imprese del territorio meridionale, ovvero clienti attivi e potenziali in ambito security, che richiedono un bisogno di sicurezza maggiore, in aumento rispetto ai due anni precedenti.

Si sottolinea inoltre come quasi la metà delle organizzazioni che si sono affidate ad uno o più fornitori di sicurezza siano rimaste soddisfatto del servizio: l’indice medio di soddisfazione del comparto sicurezza è molto più alto di altri settori industriali.

L’indagine mette in risalto la necessità di divulgare la Cultura della Sicurezza.

A conclusione dell’indagine svolta, infatti Federsicurezza propone una nuova visione della cultura della sicurezza, in cui anche lo Stato sia in prima linea nel diffondere i servizi di vigilanza privata e nell’attivare percorsi formativi delle guardie giurate, ed ancora ampliando gli spazi di mercato, in modo che le imprese del settore possano recuperare marginalità con l’apertura alla difesa della persona fisica.